Le carceri minorili hanno catturato, solo recentemente, l’attenzione e l’interesse di tanti grazie al successo della serie Rai “Mare Fuori”, ambientata nell’Istituto penale minorile di Napoli. Tanti fan si sono appassionati alle storie dei giovani protagonisti, fino a credere che il penitenziario per minorenni possa essere un posto felice dove incontrare l’amore e riscattarsi. La realtà, però, è un po’ diversa dalla televisione. Nella notte tra martedì e mercoledì, proprio all’Ipm di Nisida (Napoli), due marocchini hanno appiccato un incendio nella loro cella e poi hanno aggredito degli agenti che erano in servizio, mandandoli al pronto soccorso.
A fornire una ricostruzione delle dinamiche dell’accaduto è stato Federico Castigliola, coordinatore campano per il settore minorile del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe). Castigliola ha raccontato che, durante la battitura serale, i due stranieri hanno fatto partire l’incendio che, in poco tempo, è divampato in tutto il reparto e il fumo si è propagato nell’ambiente fino a raggiungere anche l’area sovrastante. Dopo che l’allarme è suonato, gli uomini della polizia penitenziaria sono intervenuti per portare i detenuti in salvo, ma i marocchini li hanno aggrediti procurandogli delle gravi lesioni. Gli agenti ricoverati in ospedale sono complessivamente quattro dato che altri due sono rimasti intossicati dal fumo. Castigliola ha anche aggiunto: “Il Sappe denuncia da tempo le criticità di Nisida, che pur essendo riconosciuto come un esempio nell'ambito della giustizia minorile, è evidente che necessiti di interventi importanti e mirati”.
I sindacati della polizia penitenziaria Uspp, Uil P.P. e Sinappe hanno diramato una nota congiunta puntando il dito contro l’eccessivo numero di detenuti stranieri trasferiti dal Nord Italia. Secondo le tre sigle sindacali, la presenza di troppi carcerati di altra nazionalità starebbe mandando in crisi il sistema penale minorile della Campania a causa del costante ripetersi di eventi critici che rischiano di avere delle ripercussioni anche sulla riabilitazione degli altri minori reclusi. Le tre organizzazioni hanno concluso la loro nota con una richiesta: "Togliere i benefici di legge a coloro che si rendono protagonisti di aggressioni ai danni dei colleghi a cui va la nostra solidarietà".
Il segretario generale della Sappe, Donato Capece, ha parlato di “Popolazione detenuta refrattaria al rispetto delle regole, abituata da anni alla consapevolezza che tutto gli è dovuto” e che nel carcere di Nisida ci sarebbero anche dei maggiorenni.
Capece ha anche fatto delle richieste come l’espulsione dall’Italia dei detenuti stranieri per fare scontare loro la pena nelle carceri dei Paesi di origine e la dotazione della polizia penitenziaria del taser o di altri strumenti utili per difendersi.
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