Casal del Marmo brucia, rivolta dei baby detenuti

Fiamme e barricate: 18 reclusi trincerati in mensa e in infermeria. Protesta sedata. Ma il disagio resta

Casal del Marmo brucia, rivolta dei baby detenuti
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Dal Beccaria a Casal del Marmo, riformatori in rivolta. Materassi bruciati, detenuti barricati in mensa e in infermeria, poliziotti in assetto di guerra. Ieri l'ennesima protesta di 18 giovani reclusi nell'istituto di pena minorile di Roma, dopo giorni segnati da agitazioni (tre in una settimana) e tafferugli d'ogni genere. Ore di tensione, alla fine tutto rientra nella norma, senza alcun ferito, con l'intervento degli stessi agenti di custodia. Comunque una situazione esplosiva.

Secondo le guardie stesse, richiamate in servizio ai primi disordini, fra le cause principali il sovraffollamento dovuto soprattutto all'effetto del decreto Caivano, che avrebbe prodotto «maggiori ingressi - spiega in una nota Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria - negli istituti per minorenni. Di contro non sono state prese misure operative e di rafforzamento di sicurezza, anche mediante l'aumento delle risorse umane proporzionate alla situazione. Mantenere detenuti fino ai 25 anni di età, così, diventa un problema. Quanto sta avvenendo in tutti penitenziari certifica la crisi del sistema e il fallimento della sua organizzazione e gestione. Crisi che non si affronta percorrendo scorciatoie e con la ricerca di capri espiatori».

Intervenuti all'esterno del carcere anche i carabinieri del reparto mobile e le unità antisommossa della polizia. Suicidi, aggressioni fra detenuti e agenti di custodia, danneggiamenti delle strutture. «Da mesi - interviene Aldo Di Giacomo, segretario generale del Spp - ci sono rivolte, evasioni, suicidi e violenze di ogni tipo. Fatti che sono diventati la tragica normalità. Sono livelli insostenibili. Mentre le carceri esplodono sotto il peso di problemi irrisolti, (carenze di organico e sovraffollamento ndr) il sottosegretario con delega al ministero della Giustizia vanta promesse mantenute, riferendosi all'introduzione del reato di rivolta. Questa misura rischia di peggiorare ulteriormente la situazione. Il personale da tempo è abbandonato dallo Stato, lasciato a fronteggiare da solo un sistema in profonda crisi».

«Da mesi - spiega Daniele Nicastrini della Uilp polizia penitenziaria - lamentiamo lo stato di abbandono in cui versa la struttura, nata per contenere qualche decina di ragazzini, diventata per scelte politiche un istituto per veri criminali pronti a tutto pur di fare quello che vogliono, distruggendo, mettendo a ferro e fuoco la stessa, aggredendo i 50 agenti presenti in turnazioni infinite».

Non solo.

Da tempo nelle carceri italiane, raccontano ancora gli agenti - ogni giorno avvengono attacchi di droni che trasportano droga e telefonini ai detenuti. «L'amministrazione - conclude la Uilpa Lazio - sembra restia a sviluppare investimenti tecnologici per contrastarli. L'unico mezzo in dotazione da più di vent'anni fa sono i cani antidroga dei reparti cinofili».

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