Il "casello maledetto": tre incidenti mortali con la stessa dinamica negli ultimi cinque anni

Il grave incidente stradale avvenuto ieri all'uscita autostradale di Rosignano che è costato la vita a tre persone non rappresenta a quanto pare un avvenimento inedito: negli ultimi cinque anni, quello stesso casello è stato teatro di altri due sinistri mortali. E la vedova di una delle vittime ha lanciato l'allarme: "Troppi incidenti in quel punto"

Il "casello maledetto": tre incidenti mortali con la stessa dinamica negli ultimi cinque anni
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Il grave incidente stradale che ieri è costato la vita ad un giovane di 21 anni e ad una coppia di turisti tedeschi, avvenuto nei pressi del casello autostradale di Rosignano, non è a quanto pare un avvenimento inedito: nell'ultimo quinquennio si sono infatti verificati altri due sinistri mortali. Lo ricorda stamani il quotidiano Il Tirreno, con la moglie di una delle vittime che alla luce del tragico avvenimento di ieri si è focalizzata ulteriormente su quel tratto di autostrada. Il 2 marzo del 2019 a perdere la vita fu ad esempio il tenente di vascello Pier Francesco Dalle Luche, 35 anni, padre di una bambina e allora nominato da poco comandante della guardia costiera di Porto Santo Stefano (una realtà comunale situata in provincia di Grosseto). Stava tornando in Versilia al volante della sua auto per trascorrere il fine settimana in famiglia, quando probabilmente a causa di un malore si schiantò contro lo spartitraffico situato poco prima dell'uscita: per lui non ci fu nulla da fare.

Un dramma al quale se ne aggiunse un altro lo stesso anno, a otto mesi di distanza dal primo: fra il 14 e il 15 novembre del medesimo anno morì a 57 anni il sovrintendente della polizia stradale di Livorno Fernando Feleppa. L'agente, al quale mancavano tre anni per andare in pensione, era stato distaccato dalla questura per diventare l'autista dell'allora prefetto di Livorno e proprio da Roma, dopo aver accompagnato quest'ultimo il giorno stesso per un impegno istituzionale, stava tornando. Fatale l'impatto contro la cuspide di una rampa d'accesso al casello, contro la quale si scontrò dopo aver perso il controllo dell'auto di servizio subito dopo la lunga curva (quasi un rettilineo) che precede l'ingresso dell'A12. Anche in questo caso si ipotizzò che alla base del sinistro potesse esserci un malore improvviso o un colpo di sonno.

A rafforzare soprattutto la prima tesi il fatto che la velocità tenuta dal guidatore fosse perfettamente compatibile con la strada che stava percorrendo: nessuna imprudenza al volante, quindi. E alla luce dell'ultima tragedia, la vedova di Feleppa, Ofelia Mumoli, ha voluto porre nuovamente l'attenzione sulla conformazione dell'uscita autostradale. "Evidentemente la barriera di Rosignano ha qualcosa che non va - ha detto - perché già nel 2019, oltre a mio marito, un'altra persona ha perso la vita proprio in quel punto.

Esistono strade pericolose, è vero, ma lì sono successi veramente troppi incidenti, per altro nello stesso modo. Noi, proprio su questo aspetto, avevamo anche chiesto una perizia. C'è una curva, molto lunga, che dà appunto la sensazione di essere quasi su un rettilineo".

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