Continua il giallo sulla audiocassetta che conterrebbe presunte violenze e torture su una donna e che è legata al caso della scomparsa di Emanuela Orlandi. La giovane cittadina vaticana, scomparve a fine giugno 1983 e il nastro in questione fu recapitato il 17 luglio successivo alla sede Ansa. Tuttavia si sta vagliando l’ipotesi che non sia un originale.
Il lato B della audiocassetta, come detto, contiene frasi pronunciate da una giovane donna che esprime dolore e sofferenza. Ma ci sono delle piccole parti silenziose che il perito della famiglia Orlandi Marco Perino ha definito “pezzi messi lì, come pezzi messi dove si vuole. Ci fanno presumere che siano frasi montate”.
Il lato A è ancor più misterioso, ed è stato fatto ascoltare per la prima volta da Quarto Grado. Si sente la voce di un uomo, con accento straniero, che parla lentamente e pronuncia un proclama di 31 minuti: “Ci troviamo a mutare la considerazione nella giovane età della cittadina Orlandi Emanuela […] Con l’attesa dell’appello precipuo del capo di stato Giovanni Paolo II”. Sul lato A non si evidenzia nessun taglio, ma contiene la richiesta di liberazione di Ali Mehmet Agca, che aveva sparato al papa, ma anche un’altra richiesta: una linea telefonica dedicata con la segreteria di Stato Vaticano, cosa che poi in effetti è arrivata.
Ci si chiede se il lato B della cassetta, a questo punto sia stato duplicato, e quando sia stato registrato il lato A. O se i due lati in realtà non abbiano nulla a che fare tra loro e questo sia solo l’ennesimo depistaggio sul caso. Una futura analisi delle voci contenute nell’audiocassetta potrebbe dire di più, tuttavia non esistono al momento nastri con la voce originale di Emanuela per effettuare un confronto.
Quarto Grado ha ritrovato alcuni documenti molto importanti intanto. Si tratta di una documentazione risalente al 1993, 10 anni dopo la scomparsa di Emanuela, in cui il giudice Adele Rando chiede al Sismi il faldone contenente le indagini sui casi di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. Pare ci fossero 4-5 faldoni assemblati dai servizi segreti e conservati nella stanza 202 ma non si trovano più.
Il fratello di Emanuela, Pietro Orlandi, ha spiegato alla trasmissione che ha trovato una parte della documentazione del Sismi sparsa nei faldoni della procura, ma che al momento è altrettanto fondamentale analizzare il nastro: “Capiremo se qualcuno all’interno degli apparati dello Stato ha manipolato questa
cassetta”.Intanto si apprende dalla legale della famiglia Orlandi Laura Sgrò che la commissione parlamentare sul caso di Emanuela è stata calendarizzata per il voto il 20 marzo 2023.
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