“Vai più in alto”: Emanuela Orlandi e i segreti della cassetta

L'audiocassetta dei presunti rapitori fatta trovare all'Ansa è oggetto di analisi per gli esperti chiamati dalla famiglia di Emanuela Orlandi: cosa hanno scoperto

“Vai più in alto”: Emanuela Orlandi e i segreti della cassetta

È un “giallo nel giallo”, com’è stato definito a Quarto Grado, quello dell’audiocassetta indirizzata nel 1983 ai famigliari di Emanuela Orlandi. Una prima cassetta era stata posta sotto il colonnato di San Pietro, dove il Papa pronuncia l’Angelus, ma, stando a quanto detto dai presunti rapitori, fu prelevata da funzionari vaticani. Dopo alcuni giorni fu recapitata una seconda cassetta all’Ansa e fu ascoltata dal padre e della zio di Emanuela.

In Vaticano erano a conoscenza di quel nastro quattro giorni prima degli inquirenti italiani”, ha raccontato Pietro Orlandi in collegamento con la trasmissione.

La famiglia Orlandi ha richiesto la consulenza di esperti per l’analisi di ciò che si crede resti di quella seconda audiocassetta. L’ombra della manipolazione aleggia proprio su questa presunta prova. Tra gli esperti Marco Perino, che a Quarto Grado ha raccontato di aver rilevato un’anomalia, come il suono di un proiettore in sottofondo.

Nella spettrografia dell’audio sono presenti degli spazi vuoti, tra una frase e l’altra di una voce femminile che esprime sofferenza. In più l’opinione pubblica potrebbe essere stata influenzata dalle trascrizioni: la voce femminile non dice infatti “sto svenendo, sto svenendo” ma “vai più in alto, stai più in alto” secondo Perino.

La domanda a questo punto è: se è stato tagliato qualcosa, cosa è stato tagliato? Esistono tre trascrizioni differenti di tre corpi inquirenti: nella prima relazione si parla di tre voci maschili di cui una che parla con intonazione turca, nella seconda solo di voci italiane, mentre nella terza le voci maschili sono completamente assenti. Sono le voci maschili a essere state tagliate perché riconoscibili? “Ti viene il dubbio che le voci sono riconoscibili. È inevitabile”, ha commentato il fratello Pietro.

Secondo quest’ultimo, la voce che pronuncia due delle frasi udibili è sicuramente di Emanuela, e dalle analisi quella voce è compatibile con quella di una 15enne dell’area romana. E c’è un altro dettaglio non di poco conto: la frase misteriosa trascritta come “vogliamo travel” forse è “vogliamo andare là”, ma è difficile da dire, anche perché non si sa se si tratti di uno dei tanti rumori di fondo.

A questo punto sarebbe fondamentale trovare la prima cassetta, quella consegnata in Vaticano. “Sarebbe miracoloso avere la prima cassetta.

Importante avere l’originale o diventa tutto più complesso”, ha chiosato Laura Sgrò, avvocato della famiglia Orlandi, attualmente in attesa di essere ascoltata nell’indagine perché in possesso di chat che consentirebbero di dare una svolta al caso.

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