Cara Romina,
non sei l'unica a rimanere impressionata dalla violenza. Accade anche a me ogni giorno, con la differenza che io vengo turbato non soltanto da quella che si esplica contro le donne ma anche dalla ferocia in generale che l'essere umano (maschio e femmina) esercita sui suoi simili e pure contro gli animali. Non credo che esista una tipologia di abuso che si configuri quale più grave rispetto agli altri in base al genere della vittima. Certamente però - lo ammetto - più quest'ultima ci risulta indifesa più il crimine ci appare inaccettabile e terribile. Penso, ad esempio, ai bambini, agli anziani, ai fragili, ma anche agli animali, i quali non possono mica difendersi, la loro condizione è di totale esposizione alla nostra crudeltà. Dunque non ne farei una questione di sesso. È evidente dalla tua lettera che hai una percezione distorta della realtà. E questo non intende essere un giudizio né ti attribuisco la colpa di tale sensazione alterata del vero, la quale, a mio avviso, è frutto di una informazione viziata, poco onesta, molto ideologizzata, vincolata al conformismo e al politicamente corretto, ossia a quelle mode del pensiero che pretendono di imporci una indiscutibile visione delle cose, alla quale è preteso che ci pieghiamo, che ci sottomettiamo, per di più senza osare aprire bocca.
A destra il fenomeno della violenza contro le donne non è affatto sottostimato o ignorato, anzi, faccio presente che sono stati i partiti di destra a introdurre misure volte a salvaguardare il più possibile il genere a cui tu stessa appartieni dal rischio di maltrattamenti. Da un lato, c'è stato un inasprimento delle pene; dall'altro, una maggiore sensibilizzazione su questa tematica e il rafforzamento di quella rete che deve supportare le donne che subiscono violenza affinché sappiano che tirarsi fuori da situazioni difficili e rischiose è possibile e che non sono sole. Tutto questo deve avere prodotto i suoi frutti se consideriamo che, contrariamente a quanto tu percepisci e sostieni, i cosiddetti femminicidi non stanno affatto aumentando, piuttosto sono in evidente diminuzione. Basti tenere conto del fatto che dall'inizio di quest'anno ad oggi sono state uccise 36 donne e che nello stesso periodo del 2023 erano invece state già 53 le vittime di femminicidio. Dunque non possiamo dire che la violenza sia in crescita né tantomeno - ne converrai - chi sottolinea tale dato può essere accusato di negare che esista un tipo di aggressività che viene esercitata dal maschio sulla femmina.
Quanto al patriarcato, ho già espresso il mio pensiero al riguardo: esso non è prevalente come vorrebbe farci credere la sinistra ed è appannaggio soprattutto della comunità islamica, legata a riti e tradizioni barbare e incompatibili con la civiltà che hanno preso piede pure in Italia. Non penso che la società italiana sia dominata dal patriarcato e che questo sia il modello di organizzazione tipico della famiglia nostrana, dove semmai a comandare sono le donne. E lo fanno sempre di più anche fuori casa, affermandosi in ruoli di prestigio e apicali. Quindi no, non minimizziamo il femminicidio né la nostra eventuale minimizzazione favorisce il dilagare di questo delitto, che è in calo.
Però, vedi, cara Romina, la circostanza che tu sia convinta che i femminicidi stiano lievitando e che il centrodestra lo neghi è l'effetto diretto di una campagna martellante volta a diffondere queste idee che tu dimostri di avere assorbito. Questo è sintomatico di una volontà di trattare il fenomeno in oggetto quale emergenza senza precedenti allo scopo di tacciare le forze politiche che sono alla guida del Paese di non fare abbastanza o di non fare nulla per il genere femminile. Non cadere nella trappola della strumentalizzazione politica e ideologica. Una sinistra che ha poco da recriminare tende a concentrarsi e attorcigliarsi sul fascismo che non c'è, sul presunto sessismo della destra, sebbene abbiamo la prima donna premier in Italia, la quale è una signora di destra e non di sinistra.
Ritengo che sarebbe più corretto, quando si parla di violenza, eliminare il riferimento costante al genere che non fa altro che discriminare i maschi, che ormai hanno acquisito il rango di vittime di serie b o di non vittime.
Peraltro le vittime di omicidio sono e restano soprattutto di sesso maschile. Nel 2022 si sono verificati 322 omicidi, di cui 196 hanno visto come vittime proprio gli uomini, che qualche volta periscono anche per mano femminile e non solo ammazzati da altri uomini. Basterebbe visionare le statistiche per comprendere che gli stereotipi della donna sempre vittima e dell'uomo sempre carnefice sono falsi e che contribuire ad alimentarli non fa altro che accendere un conflitto di genere che non giova a nessuno nonché un ingiustificato e generalizzato odio verso i maschi che è tipico della società odierna, della nostra cultura che pure si dimostra tollerante verso mostruose forme di vessazione, di discriminazione e di sottomissione della donna allorché a metterle in atto sono gli immigrati. In sostanza, ad essere avversato è il maschio bianco e ad essere difesa è la donna bianca.
Se la vittima è una donna islamica e il maschio che la maltratta o la uccide è un maschio non italiano e islamico, ecco che - chissà perché - non ci impressioniamo più.Non pensi anche tu che la vera discriminazione consista in questo nostro atteggiamento?
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