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L'immigrazione senza legalità

Le scene ricordano le rivolte già viste nelle banlieue di Parigi, quelle aree periferiche diventate ghetto per milioni di immigrati che faticano a integrarsi e nelle quali degrado e delinquenza la fanno da padroni

L'immigrazione senza legalità
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È presto per dirlo, ma quello che è successo l'altra notte a Milano non lascia ben sperare. Un quartiere ad alta densità di residenti immigrati per lo più irregolari, il Corvetto, è stato messo a ferro e fuoco dopo che un giovane egiziano è morto in un incidente in scooter mentre stava fuggendo da una pattuglia dei carabinieri che poco prima gli aveva invano intimato l'alt durante un normale controllo. Le scene ricordano le rivolte già viste nelle banlieue di Parigi, quelle aree periferiche diventate ghetto per milioni di immigrati che faticano a integrarsi e nelle quali degrado e delinquenza la fanno da padroni. Nonostante non ci sia alcuna evidenza di una responsabilità dei carabinieri coinvolti la procura al momento parla di un incidente stradale la tensione resta alta, il timore è che altri soggetti possano infiltrarsi nel quartiere per innescare nuove violenze. Tutto questo è figlio di grossolani errori compiuti nella gestione dell'immigrazione senza filtri e dell'accoglienza senza regole, per cui intere aree suburbane delle grandi città Milano non è certo l'unica -, che già avevano problemi di loro, sono state cedute ai nuovi arrivati che, col tempo, ne hanno preso il controllo sia abitativo sia commerciale a scapito del precedente tessuto sociale. Oggi possiamo parlare di enclavi sulle quali lo Stato ha perso di fatto il controllo.

Qualche cosa di simile, per intenderci, a quello che è successo in alcuni quartieri di Palermo con la mafia.

Fin qui la cronaca, che meglio di tante parole spiega quale sia stata in passato e quale sia oggi la preoccupazione delle destre rispetto al fenomeno migratorio. Non c'entra il razzismo né la fobia nei confronti di culture e religioni diverse. Vogliamo parlare di buon senso? Sarebbe banale e riduttivo. Di sicurezza e legalità? Certo, ma non soltanto.

È la tenuta sociale la vera preoccupazione, cioè che un'invasione mascherata da accoglienza diventi una bomba pronta ad esplodere da un momento all'altro, innescata dall'impossibilità di un'integrazione ordinata. Chiunque non capisca il pericolo che si corre non fa certamente il bene degli italiani che abitano nelle periferie, ma neppure di quei disgraziati che le hanno occupate.

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