Maltrattamento di animali: nuovi guai giudiziari per Marco Bianchi

Dopo essere stato già condannato all'ergastolo per l'omicidio di Willy Monteiro Duarte, assieme al fratello Gabriele, Marco Bianchi rischia un nuovo processo insieme al padre

Maltrattamento di animali: nuovi guai giudiziari per Marco Bianchi

"Soggetti che provocano, soggetti che prevaricano. Che non hanno rispetto per nessuno. Protagonisti acclamati di sceneggiate nei locali, che hanno atteggiamenti paramafiosi", così erano stati descritti i fratelli Bianchi, Marco e Gabriele, dal pm durante il processo per l'uccisione del giovane Willy Monteiro Duarte, nel 2020, per il quale il giudice ha inflitto loro la pena massima. Le indagini avevano fatto luce sull'intera la vicenda e tutti i suoi contorni, venendo a capo di una serie di illeciti di cui i due pensavano di farla franca, tra questi anche i presunti maltrattamenti su animali.

Le indagini

L'altarino che Marco e Gabriele Bianchi avevano costruito e mostrato spavaldamente sui social si sta smontando pezzo dopo pezzo grazie a una serie di indagini che stanno riportando a galla tutti i retroscena di una vita senza limiti dei due ventenni. I carabinieri della compagnia di Colleferro hanno notificato a Marco Bianchi, 26 anni, al padre Ruggero, di 59, e ad altre due persone di 34 e 67 anni, l’avviso di conclusioni indagini che potrebbe preludere alla richiesta di rinvio a giudizio da parte dei pm del tribunale di Velletri. Per l'accusa, i quattro avrebbero partecipato alle macabre esecuzioni, per adesso le uniche accertate, di un passero e una pecora uccisi a scopo ludico a fucilate nel 2017 e nel 2019, mentre si trovavano nelle campagne di Artena, in provincia di Roma. Gli inquietanti fatti erano venuti fuori dopo che gli inquirenti avevano esaminato i contenuti del cellulare del Bianchi, sequestrato nell’ambito degli accertamenti per l’omicidio di Willy, scoprendo tra le tante cose anche video di sevizie e foto di animali morti con evidenti ferite da arma da fuoco.

Secondo la ricostruzione gli animali venivano prima catturati e poi portati nei terreni. In particolare il volatile era stato lanciato in aria dall'amico, anch'egli indagato, e subito dopo il Marco Bianchi aveva esploso un colpo di fucile. Due anni dopo il padre, insieme all'altro indagato, avrebbe ucciso con le stesse modalità la pecora precedentemente ferita. Per tali motivi ai quattro viene contestata la condotta della crudeltà nei confronti degli animali.

Da quello che si legge su TPI, per gli inquirenti il ritrovamento di questi video sono utili a dimostrare “come l’indole violenta degli imputati sia una costante” e che la sofferenza ingiustificata

sull'animale è un accanimento "su di esso come a provare piacere in quella situazione, ciò a sottolineare la bassa sensibilità dei soggetti nei confronti di quello che normalmente può considerarsi aberrante”.

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