"Chiamato dal Vaticano". Parla il prof che vide per ultimo Emanuela Orlandi

Parla una delle ultime persone ad aver visto Emanuela Orlandi prima della scomparsa: il suo insegnante fu ascoltato in Vaticano nel 2012

"Chiamato dal Vaticano". Parla il prof che vide per ultimo Emanuela Orlandi

Un testimone mai ascoltato dalla procura di Roma sulla scomparsa di Emanuela Orlandi sarebbe invece stato ascoltato dalla Gendarmeria Vaticana. Le ombre sul caso dell’adolescente, cittadina vaticana sparita il 22 giugno 1983, sono tutt’altro che diradate, anche se al momento è stata aperta un’indagine che alimenta le speranze.

Quarto Grado ha raccolto il racconto di Valentino Miserachs, il religioso direttore della cappella musicale Santa Maria Maggiore ed ex insegnante di canto corale di Emanuela. L’uomo non fu ascoltato a suo tempo dalla magistratura, come invece avvenne per suor Dolores, direttrice della scuola oggi non più in vita, che testimoniò come Emanuela avesse chiesto di uscire prima perché aveva un appuntamento. Secondo Miserachs è più probabile che la propria lezione fosse terminata prima, perché, in vista di un imminente concerto, sarebbe iniziata ore prima del solito.

Sono stato interrogato qualche anno fa, c’era ancora Papa Ratzinger, che insistette per approfondire un po’ le indagini. Sono stato convocato nella Gendarmeria del Vaticano”, ha spiegato il religioso, aggiungendo che durante l’incontro ci fosse “una certa solennità”. Ci si chiede quindi se in effetti esista il dossier Orlandi che, nel suo libro, padre Georg Gänswein aveva affermato non esserci, ma al tempo padre Georg stesso aveva suggerito alla legale della famiglia Orlandi Laura Sgrò di richiederlo. “Secondo me le coincidenze non esistono”, ha chiosato Sgrò in collegamento con la trasmissione.

Miserachs sarebbe stato ascoltato 4 maggio 2012 alle 17: dieci giorni più tardi il corpo di Enrico De Pedis, criminale della Banda della Magliana noto come “Renatino”, sarebbe stato ritrovato sepolto nella basilica di Sant’Apollinare. In quel periodo infatti una telefonata anonima portò gli inquirenti sulla tomba di De Pedis, formulando l’ipotesi che Emanuela potesse essere stata seppellita con il boss.

Quest’eventualità viene smentita a Quarto Grado dall’addetto alle sepolture Franco De Gese, detto “Franchino il becchino”, che spostò il corpo di De Pedis dal Verano a Sant’Apollinare, aggiungendo il rivestimento di piombo come da legge vaticana. Secondo De Gese, Emanuela lì “non ci sarebbe potuta entrare, il sarcofago era da un posto”, spiegando di aver provveduto in prima persona a svestire e rivestire De Pedis per l’inumazione.

Purtroppo siamo sempre lì, nonostante siano passati 40 anni - ha commentato in collegamento il fratello della scomparsa Pietro Orlandi, riferendosi alla sepoltura di De Pedis - Ricordo benissimo quel periodo, quando avevano alzato delle palizzate intorno alla basilica, alla scuola di Emanuela per fare dei lavori. Purtroppo quello che ho sempre detto, che quel legame - Stato, Chiesa, criminalità - ha occultato e ha continuato a occultare sempre la verità sulla scomparsa di Emanuela.

E lì, all’interno di quella basilica, è rappresentato benissimo”. Orlandi ha anche aggiunto che “alcuni studenti all’epoca, prima che succedesse di Emanuela, hanno visto più volte De Pedis nella scuola parlare con suor Dolores”.

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