La Curia di Potenza ha ricevuto delle scuse. Sia quelle di un uomo che, durante il corteo in memoria di Elisa Claps sabato scorso ha mimato uno sputo: l’uomo ha chiamato “Chi l’ha visto?” per offrire delle scuse pubbliche. Sia quelle di don Luigi Ciotti, fondatore di Libera contro le Mafie: stando all’intervista rilasciata da monsignor Salvatore Ligorio al Corriere della Sera, il sacerdote si sarebbe scusato con l’arcivescovo che, nel corteo, cui l’associazione di Ciotti aveva preso parte, era stato chiamato: “Assassino”.
Chi non ha ricevuto scuse è invece la famiglia Claps. E anzi, a questo proposito Federica Sciarelli ha sottolineato, rivolgendosi al monsignore: "Caro vescovo, ha visto com’è facile chiedere scusa?”. Ligorio aveva rilasciato quest’intervista, con un virgolettato dell’arcivescovo nel titolo: “La famiglia chiedeva un risarcimento, abbiamo sempre detto no”. A “Chi l’ha visto?” è stato mostrato che la chiesa della Santissima Trinità, all’arresto di Danilo Restivo, condannato poi per l’omicidio Claps, chiese di essere parte civile al tribunale di Salerno e ottenere da Restivo una “condanna al risarcimento dei danni”. Il tribunale respinse la richiesta a causa di un “profilo di abbandono e negligenza”.
Non solo: “Chi l’ha visto?” ha recuperato il filmato in cui Restivo afferma a processo di aver portato Elisa “dietro l’altare, dove sta l’organo”. Ma in un’intervista a pochi giorni dal ritrovamento, il vescovo dell’epoca monsignor Agostino Superbo disse : “Non è avvenuto niente nell’ambito della chiesa, niente di male è avvenuto nell’aula ecclesiale”. A questo si aggiungono il giallo della realizzazione della presa d’aria nel sottotetto della chiesa, dove per molti anni è stato il corpo di Elisa, e quello del bottone solitamente utilizzato negli abiti talari cui non si riuscì mai a risalire.
Monsignor Ligorio, nell’intervista sopracitata, ha parlato anche di un dossier. Elisa Claps scomparve il 12 settembre 1993, ma il suo corpo fu ritrovato nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità a Potenza solo nel marzo 2010. Gildo Claps, fratello di Elisa, ha così commentato in trasmissione: “Se avessero avuto un dossier avrebbero dovuto consegnarlo alle autorità”.
L’uomo ha sottolineato come la perizia nelle indagini avesse stabilito che quello non sarebbe stato il primo ritrovamento del cadavere: “Non c’è bisogno di una condanna giudiziaria, è la Storia che li condanna”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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