Non si placa lo scontro tra la famiglia di Elisa Claps e i tanti sostenitori e la Curia di Potenza. E il nodo del contendere non è “semplicemente” la riapertura della chiesa della Santissima Trinità, che è stata la “tomba” in cui ha giaciuto insepolta Elisa dal 1993, anno della sua morte, al 2010, anno del ritrovamento del corpo.
Gildo Claps e i parenti chiedono verità, giustizia, non solo per l’esecutore del delitto Danilo Restivo, condannato a trenta anni di reclusione (oltre a una pena d’ergastolo per un altro delitto in Inghilterra). “Solo l’intervento del Santo Padre, potrà aprire uno spiraglio di ragionevolezza per trovare una via d’uscita. Noi parleremo solo con i livelli più alti del Vaticano per chiudere questa storia. Non riconosciamo nessun ruolo alla Chiesa di Potenza”, ha spiegato Gildo Claps in un’intervista al Corriere della Sera.
In queste settimane ci sono state manifestazioni e rimostranze - talvolta con cartelli “Santissima omertà” imbracciati da sostenitori e soci di circoli che promuovono la lotta alle mafie, altre volte con migliaia di studenti - ma c’è stata anche un’intervista in cui l’arcivescovo Salvatore Ligorio ha escluso il coinvolgimento della Chiesa nell’occultamento del cadavere di Elisa, auspicando un dialogo con i Claps.
“Hanno combinato un pasticcio con le loro dichiarazioni dopo il ritrovamento del corpo di Elisa - ha commentato Gildo - Continuano a costruire muri e fanno un’opera di rimozione sistematica della verità, con una sequela infinita di menzogne”. Il fratello di Elisa Claps ha inoltre smentito che la sua famiglia puntasse a un risarcimento: Gildo ha rinunciato alla retribuzione per la sua consulenza nella miniserie “Per Elisa” in favore della costruzione di un ambulatorio medico nella Repubblica Democratica del Congo con l’associazione Vis: “Intitoleremo la struttura ad Elisa. Era il suo sogno. Lei diceva di voler fare il medico”.
Dalla loro parte i Claps hanno l’amministrazione comunale di Potenza - che intitolerà un luogo del centro storico alla memoria di Elisa - e un sacerdote, don Marcello Cozzi. Da parte sua invece l’arcivescovo Ligorio ha promesso che sarà pubblicato un dossier su Elisa. “Lo aspetto con ansia. Magari lo tirassero fuori.
Loro hanno una sola verità assoluta ed è quella che dicono loro. Continuano a difendere don Mimì Sabia: hanno anche affisso una targa dentro la Trinità, mentre per Elisa non c’è un ricordo”, ha concluso Gildo Claps.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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