Omicidio Garlasco, la condanna di Alberto Stasi. Cosa fa oggi

Si riapre il caso della morte di Chiara Poggi il cui unico colpevole condannato al momento è il fidanzato Alberto Stasi. Chi è e cosa fa oggi

Omicidio Garlasco, la condanna di Alberto Stasi. Cosa fa oggi
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C'è un vero e proprio colpo di scena in quello che da sempre è uno dei fatti di cronaca nera più cupi del nostro Paese, quello della morte di Chiara Poggi definito da tutti il delitto di Garlasco. A diciotto anni dall'omicidio, che ha visto la condanna del fidanzato della ragazza Alberto Stasi c'è un nuovo indagato, Andrea Sempio, all'epoca dei fatti 19enne, ora 37enne.

Le novità

In passato tra il 2016 e il 2017, il suo nome era già stato al centro delle indagini, ma la sua posizione era stata archiviata. Ora grazie ai legali di Stasi che hanno fatto analizzare alcuni reperti con un moderno sistema, per l'esattezza campioni di dna prelevati da due dita della vittima, è stato possibile identificare il Dna dell'indagato. L'uomo si è rifiutato di sottoporti spontaneamente all'esame questo verrà quindi eseguito in maniera coattiva.

La vicenda di Stasi

In tutti questi lunghi anni Alberto Stasi, condannato in via definitiva per il delitto della fidanzata, non aveva mai confessato dichiarandosi innocente e ora la sua posizione potrebbe cambiare, addirittura essere ribaltata, alla luce dei risultati delle analisi del dna di Sempio. All'epoca della vicenda Stasi aveva 24 anni. Chiara Poggi venne uccisa il 13 agosto del 2007 nella sua casa di Garlasco dove viveva con la famiglia. Quel giorno si trovava da sola in casa visto che i genitori erano in vacanza.

L'uccisione di Chiara Poggi

Fu uccisa con un'arma mai ritrovata colpita ripetutamente alla testa e al volto. A dare l'allarme fu proprio il fidanzato che venne poi condannato a 16 anni. All'epoca Stasi era uno studente della Bocconi di Milano e sin da subito venne additato, anche da gran parte della stampa, come il presunto assassino. Lui raccontò di aver passato la mattinata in casa a studiare e di essersi recato a casa di Chiara perchè lei non le rispondeva al telefono.

Sul luogo del delitto non fu trovato nessun segno di effrazione così come nessuna traccia di sangue sui vestiti o sulle scarpe dell'uomo nonostante ce ne fosse in abbondanza sulla scena del delitto. Stasi venne poi arrestato e scarcerato dopo pochi giorni. Scelse il rito abbreviato e venne assolto. Poi il ricorso in Appello dove venne assolto per non aver commesso il fatto. E ancora la Cassazione che annullò la sentenza e un nuovo giudizio in appello per lui. In quest'ultimo Stasi venne condannato per omicidio volontario a 24 anni, abbreviati a 16, per lo sconto di pena previsto.

Nessun movente

Nonostante le lunghe indagini, nessun movente preciso venne fuori. Si era parlato genericamente di un "momento di rabbia". Al ricorso in Cassazione il procuratore Oscar Cedrangolo chiese l’annullamento della sentenza con preferenza per il rinvio, la Quinta Sezione invece confermò l’Appello bis. Stasi si presentò poche ore dopo spontaneamente al carcere di Bollate.

Cosa fa ora Stasi

Per lui la condanna definitiva arrivò nel 2015 dopo che le assoluzioni del 2009 e 2011 vennero annullato e la pena ridotta di un terzo. Attualmente è detenuto nel carcere di Bollate. Ha ottenuto il lavoro esterno dal tribunale di sorveglianza di Milano per mansioni contabili e amministrative. Nel 2018 ha raggiunto in sede civile una transazione di 700mila euro.

Il suo fine pena è fissato al 2030 ma per buona condotta e con lo scomputo di 45 giorni di liberazione anticipata ogni sei mesi, la liberazione potrebbe arrivare già nel 2028. Già quest'anno potrebbe chiedere l'affidamento in prova.

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