“Il ritrovamento di Lilly è stato una messa in scena. La sua morte fa male”

Fulvio Covalero, amico di Liliana Resinovich, fornirà il suo Dna agli inquirenti: “Atto dovuto”

“Il ritrovamento di Lilly è stato una messa in scena. La sua morte fa male”

Tra le persone per cui la procura chiederà un confronto del Dna - in particolare per quanto riguarda il cordino che le teneva blandamente dei sacchi sulla testa - nel caso della morte di Liliana Resinovich, c’è un amico e vicino di casa, Fulvio Covalero. Questi, nel tempo, ha sviluppato delle teorie sul caso che si sono mostrate molto vicine a ciò che è stato trovato dagli inquirenti, ed è stato forse il primo degli amici a provare a cercarla perlustrando Trieste.

La scomparsa e la morte di Resinovich presentano ancora molti punti oscuri, per cui la procura di Trieste sta indagando ora per omicidio, dopo aver lavorato per oltre un anno sull’ipotesi di suicidio. Della donna si persero le tracce il 14 dicembre 2021, mentre il suo corpo venne ritrovato tre settimane più tardi in un’area boschiva dell’ex ospedale psichiatrico triestino. Il cadavere era avvolto in sacchi di plastica e il volto si presentava tumefatto, come se la donna fosse stata colpita.

Covalero, in una passata puntata di Quarto Grado, quando le hanno parlato del confronto con il suo Dna ha risposto: “Finalmente”. Cosa intendeva?

“Credo che sia un atto dovuto in un’indagine seria. Tra l’altro mi sta benissimo per allontanare i dubbi che qualcuno potrebbe aver avuto su di me. Mi auguro che guardino i tabulati, che facciano tutte le verifiche che credono. Il pensiero non mi turba affatto”.

In altre interviste ha esposto la sua teoria: Resinovich sarebbe morta a causa di un malore seguito a un litigio violento. Ora la procura ha aperto un fascicolo per omicidio. Crede ancora si sia trattato di un litigio, oppure pensa che Liliana Resinovich sia stata uccisa?

“Non c’è stato nulla da un anno a questa parte che mi abbia fatto cambiare idea. Non è emerso niente di nuovo. Non capisco come si possa uccidere una persona volutamente procurandole uno scompenso cardiaco acuto senza l’intervento, per esempio, di una sostanza iniettata”.

Non si sa se si procederà alla riesumazione del corpo, ma ci sarà la perizia medico-legale. È possibile che ci siano state sviste nell’autopsia?

“Non posso escluderlo. Sicuramente nel referto ci sono delle lacune, soprattutto in relazione alla data della morte. In quel punto è stato decisamente lacunoso”.

Durante l’ospitata a Quarto Grado sembrava che lei pensasse che il sedicente amante Claudio Sterpin stia coprendo qualcuno. Perché?

“Non lo penso e non lo so se sta coprendo qualcuno. Però non ha fatto nulla per non attirare i sospetti su di sé, fin dal primo momento: per mezz’ora di ritardo di Liliana, ha detto che sarebbe andato a procurarsi un alibi. Per mezz’ora di ritardo io inizio a innervosirmi, posso spazientirmi, se mi preoccupo telefono agli ospedali, ma non penso a costruirmi un alibi. Il mio atteggiamento sarebbe questo e credo di chiunque altro”.

L'uomo ha rivelato di recente l'esistenza di presunti luoghi di incontro con Resinovich. Secondo lei, perché Sterpin sta parlando solo ora degli immobili di cui Resinovich avrebbe avuto le chiavi?

“Non saprei. Forse inizialmente voleva tenere segreta la cosa, forse si augurava che il caso venisse archiviato come suicidio e quindi non se ne sarebbe parlato più. Quando si è reso conto che le indagini continuavano, magari temendo che emergesse questa storia, ha preferito raccontarla spontaneamente”.

Cosa pensa delle dinamiche relative al ritrovamento del corpo? Nei giorni scorsi è stato ritrovato un pezzo di catenina che una cugina ha riconosciuto essere di Resinovich.

“Non so cosa dire… Io dissi oltre un anno fa: ‘Non sopporto l’idea che Liliana possa essere buttata in un bosco come spazzatura”. Quando è stata trovata in un bosco, all’interno di inutili sacchi neri - perché non hanno ragione di esserci - mi sembra quasi che io abbia scritto il copione e qualcuno abbia pensato di metterlo in scena”.

Le opposizioni dei famigliari hanno fatto sì che le indagini venissero riaperte, ma è stato invocata, nel comunicato della procura, più riservatezza nei talk show. Cosa ne pensa?

“Ognuno si regola un po’ come vuole. Certamente non possono imporre che non se ne parli, e poi ognuno è coinvolto emotivamente in base alla propria sensibilità e al bene che voleva a Liliana. È difficile restare inebetiti e non dire una parola su questa morte strana, allucinante. Ho bisogno di parlare di questo, di far sentire la mia voce, perché mi ha fatto male che sia scomparsa in questo modo”.

Il legale del fratello, l'avvocato Nicodemo Gentile, ha invocato più centralità della vittima. Qual è il suo ricordo più bello di Resinovich?

“Non c’è un ricordo preciso. Nel ’74, nel ’75 lei era la più giovane della compagnia, io il più vecchio. Eravamo in un gruppo di amici e facevamo le feste in casa, per Capodanno, a Carnevale.

Mettevamo degli impianti artigianali per ballare in oratorio. Per me è sempre rimasta quella ragazza di 16 anni, non ho mai visto cambiamenti in lei, anche se poi chiaramente con il passare del tempo è diventata più matura”.

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