Scomparsa Kata, l'arresto nel 2022 e quella pista che porta al traffico di droga

A quasi tre mesi dalla scomparsa della piccola Kataleya Alvarez, non tutti i potenziali testimoni avrebbero raccontato tutto agli inquirenti. E prende sempre più quota l'ipotesi di un sequestro "per errore"

Scomparsa Kata, l'arresto nel 2022 e quella pista che porta al traffico di droga
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L'unica vera certezza è che, a distanza di quasi tre mesi dalla sua scomparsa, nessuno ha notizie ufficiali della sorte della piccola Kataleya Alvarez. Gli inquirenti stanno continuando ad indagare e la pista che porta a un sequestro "per errore" sembra prendere sempre più piede, alla luce di una vicenda parallela che risalirebbe al 2022. Ma il quadro continua a essere incompleto, perché squarciare il velo d'omertà venutosi a creare sin dall'inizio è ancora difficile. E per questo il procuratore aggiunto di Firenze, Luca Tescaroli, ha rivolto nelle scorse ore l'ennesimo appello a testimoniare. Questi gli ultimi sviluppi delle indagini legate al rapimento della bimba di 5 anni, sparita il 10 giugno scorso dall'ex-albergo occupato di Firenze nel quale viveva insieme alla madre e al fratello. Il precedente aggiornamento risaliva a circa due settimane fa, quando il nonno di Kata, detenuto in Perù, avrebbe rassicurato il figlio sullo stato di salute della nipote: a suo dire, Kataleya si troverebbe da tempo nel Paese sudamericano e sarebbe stata rapita a causa di un equivoco.

Una conversazione intercettata dagli inquirenti, che ha indotto chi indaga a prendere contatti con le forze dell'ordine peruviane. Manca però qualcosa: secondo Tescaroli, c'è ancora qualche testimone che sa, ma che non ha voluto parlare o che ha raccontato solo una parte di quello di cui è al corrente. "Esistono elementi concreti per ritenere che alcuni non abbiano detto tutto ciò di cui erano a conoscenza. Invito le persone che sanno a riferire al nostro ufficio, nell'interesse della piccola - ha dichiarato al quotidiano La Repubblica - sono in corso accertamenti per chiarire se la bimba abbia potuto lasciare l'Italia in aereo o comunque attraverso le varie frontiere. L'ipotesa è quella del sequestro di persona a scopo di estorsione, che potrebbe essere derivato proprio dai rapporti conflittuali che sono sfociati nei gravi delitti commessi durante l'occupazione. Va segnalato che alcuni stretti familiari della bambina sono risultati coinvolti in quei delitti".

Stando a quanto riporta oggi il quotidiano La Nazione, ci sarebbe però un'altra opzione che sembrerebbe confermare la versione del nonno di Kata. E che affonderebbe le sue radici nell'arresto di un trafficante di droga concretizzatosi lo scorso anno nel capoluogo della Toscana: l'uomo (che non aveva alcun legame con la famiglia di Kataleya, a quanto pare) venne perquisito dalla polizia nel suo appartamento, prima che potesse pagare la cocaina a chi gliela aveva fornita per la vendita. In quella stessa casa, prima di spostarsi all'Hotel Astor, viveva anche una donna che aveva una figlia della stessa età di Kataleya.

E potrebbe essere proprio quest'ultimo il motivo alla base dello scambio di persona che ha portato al sequestro di Kata. Quel pusher è poi stato estradato in Perù e i magistrati fiorentini sono intenzionati a quanto sembra a chiedere una rogatoria internazionale ai colleghi peruviani.

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