"Tre persone sanno cosa è successo a Kata". L'accusa-choc dell'avvocato

Secondo uno degli avvocati della famiglia Alvarez, tre persone sarebbero a conoscenza del movente e della dinamica del rapimento della piccola Kataleya. Si tratterebbe di due uomini e di una donna, che "gestivano" l'ex-albergo occupato

"Tre persone sanno cosa è successo a Kata". L'accusa-choc dell'avvocato
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Ci sono almeno tre persone che con tutta probabilità conoscono l'esatta dinamica del rapimento della piccola Kataleya Alvarez, incluso il movente. Al momento, però, sarebbero a quanto pare apparse piuttosto restie a parlare. Questo il "j'accuse" di uno degli avvocati della famiglia della bambina scomparsa dall'ex-Hotel Astor di Firenze lo scorso 10 giugno. Gli inquirenti stanno continuando ad indagare, cercando di approfondire ulteriormente i pochi indizi forniti dalle telecamere del circuito di videosorveglianza della zona. Sono riusciti a ricostruire il probabile percorso seguito dai sequestratori, ma la bimba sembra essersi letteralmente volatilizzata. Secondo Filippo Zanasi, l'avvocato che insieme alla collega Sharon Matteoni rappresenta il padre e la madre di Kata, ci sarebbero però tre individui che potrebbero dare una svolta alle indagini con le loro testimonianze. Gli stessi che a quanto pare si occupavano della "gestione" dell'ex-albergo occupato abusivamente e sgomberato qualche settimana fa.

"Probabilmente si tratta di un rapimento organizzato, qualcuno ha preso Kata e non sappiamo come. Fa pensare a qualcosa di grosso, ad attività illecite che proliferavano in quell’ambiente - ha dichiarato Zanasi al quotidiano La Nazione - c’è chi sa bene cosa è successo quel giorno e perché. Almeno tre persone". Stando a quanto ipotizzato dal legale, le tre persone in questione sarebbero una donna di origini romene, un uomo originario del Perù e l'"aiutante" di quest'ultimo. Proprio in virtù del ruolo che si erano ritagliati, i tre sarebbero a conoscenza dei motivi alla base del sequestro e forse anche dei nomi dei colpevoli. Nessuno di loro, però, avrebbe a quanto sembra fornito dettagli decisivi ai fini dell'indagine. Zanasi si è poi soffermato sul fatto che, proprio nelle ore immediatamente precedenti alla sparizione della giovanissima, altri tre tizi si presentarono all'Astor cercando lo zio di Kataleya.

Se la pista principale resta quella che porta ad un'azione ritorsiva legata al cosiddetto "racket degli affitti", c'è un'altra opzione fin qui meno citata che sembra stia prendendo piede: è quella che parla di uno "sgarro" su una grossa partita di droga, forse commesso da qualcuno vicino in qualche modo ai familiari di Kata. "Possibile, verosimile, non ancora vero. Il ruolo dei due genitori è centrale, ma forse per qualcosa di meno diretto - ha proseguito Zanasi, chiudendo con un appello a testimoniare - qualcosa che potrebbe essere ricondotto non a loro, ma a persone a loro vicine. Più o meno vicine.

Essere amico di un avversario di una parte può indurre la parte avversa a vendicarsi in modo trasversale. Piste compatibili con l’ipotesi della vendetta, che ha mille forme. Altri, però, devono dire di più".

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