"Abbassate gli affitti" e il collettivo occupa e danneggia lo studentato

Il Collettivo universitario autonomo di Bologna ha occupato gli alloggi per studenti per protestare contro il caro-affitti, ma la protesta avrebbe già causato alcuni danni alle stanze e sarebbe stata contestata da più parti per le modalità utilizzate. Fratelli d'Italia:"Atto criminale"

Un'immagine dello studentato occupato e messo a soqquadro dal CUA
Un'immagine dello studentato occupato e messo a soqquadro dal CUA

Una protesta per porre l'attenzione sul costo degli affitti per studenti a Bologna, che a loro avviso sta diventando insostenibile. Una rivendicazione comprensibile, non fosse che per sensibilizzare sul tema avrebbero letteralmente occupato uno studentato, mettendolo a soqquadro e danneggiandolo in parte. E ciò ha già scatenato le polemiche. Questo è quanto successo nei giorni scorsi a Bologna, quando il Collettivo Universitario Autonomo ha fatto irruzione al Beyoo, a loro dire la struttura con gli appartamenti per studenti più costosi della città. Chiedono poi che parte degli alloggi di questo studentato spettino a chi non può permettersi un affitto, visto che nel mercato immobiliare attuale della realtà felsinea una stanza in quella zona costerebbe 800 euro al mese.

"Siamo ancora dentro Beyoo e le nostre rivendicazioni stanno venendo ignorate da più di ventiquattr'ore; ancora non si sono visti né il rettore dell’Università di Bologna, né un rappresentante politico dello studentato privato - hanno spiegato in una nota su Facebook i rappresentanti del collettivo - noi a questo strano gioco di potere non ci stiamo: l’attesa non ci sfinisce, anzi ci fortifica dandoci l'occasione di sperimentare, immaginare, cospirare tutti insieme. Resteremo qui fino a quando non verrà messo sul piatto un dialogo politico sul problema dell'emergenza abitativa". Se l'intento finale a qualcuno è apparso parzialmente condivisibile, tanti non hanno gradito affatto le modalità delle proteste. E Stefano Cavedagna, consigliere comunale di Fratelli d'Italia, ha per questo espresso in un comunicato il suo disappunto per la piega che hanno preso le rivendicazioni.

"Hanno persino detto che occuperanno un piano al giorno, chiamando persone da fuori per farle entrare dentro. Questo è un atto criminale, diversamente da quella che, seppur da condannare, sembrava una attività di protesta per il caro affitti - si legge - soggetti occupano da tempo diverse aule dell'Università, minacciano i residenti di via Petroni che non vogliono rumore la sera, minacciano il personale che l'Università che pulisce i muri imbrattati dai loro graffiti, aggrediscono le persone senza farsi problemi. Quando c'è qualcuno che investe in città, peraltro per strutture ricettive, il Comune deve garantire il servizio. Questa associazione non può commettere reati a tutto spiano senza che nessuno intervenga".

E nemmeno dai social network sono mancate critiche al collettivo.

"Chi ha pagato la stanza, magari con sacrifici da parte dei genitori, adesso si trova per strada - hanno fatto notare alcuni utenti su Facebook - grazie". Il braccio di ferro insomma, rischia di prolungarsi.

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