Dalla terra di Accumoli, martoriata dal sisma del 24 agosto 2016, affiorano tesori. E allo smarrimento per la profonda devastazione del patrimonio archeologico locale subentrano curiosità e stupore. Succede mentre le ruspe sono al lavoro per aprire un’arteria di collegamento da cui far defluire le macerie.
Dal terriccio dissodato del cantiere emerge una cripta, poi un’altra e un’altra ancora. I primi a dare la notizia sono proprio i residenti che diffondono sui social le foto di un crocifisso di bronzo consumato da una storia antica e millenaria, una storia di preghiere clandestine e immensa devozione ma anche di devastazione e saccheggi. Un’epopea perduta nella notte dei tempi.
Il comitato Illica Vive, uno dei più attivi nel territorio, per rompere il silenzio dell’amministrazione inizia a mandare comunicati stampa e fotografie ad agenzie, giornali e tv. Da quel momento, il sito di Accumoli catalizza l’attenzione generale e anche una certa curiosità da parte dei cultori della materia. “Consideri che quella zona era comunque battuta dai Templari, ci sono storie molto suggestive ma preferiamo non correre con la fantasia, atteniamoci ai fatti”, racconta la fondatrice del comitato Illica Vive, Sabrina Fantauzzi, a Il Giornale.it. Il timore dei residenti è che l’amministrazione comunale dia priorità ai progetti di ricostruzione dell’area sacrificando i nuovi tesori che la terra ha restituito alla sua comunità.
Il tam-tam social arriva fino al sovrintendente regionale del Lazio che sta procedendo alle verifiche. Ma sulla portata della scoperta c’è ancora il massimo riserbo. Nel frattempo, a dare qualche anticipazione sul valore del ritrovamento è ancora il comitato di Illica che, oggi, ha diffuso il parere di alcuni archeologi e storici dell’arte a cui sono state fatte visionare le immagini dei reperti. “Secondo gli esperti che hanno avuto modo di osservare le fotografie le tombe sono di epoca catacombale, lo dimostrano gli anellini di agata, usata per la realizzazione di gioielli lasciate in sepoltura, il chiodo e il crocefisso di epoca romana perché ottenuti per fusione completa. Queste cripte sono state successivamente inglobate in una chiesa del 1300, probabilmente la chiesa di Sant’Agostino, distrutta nel terremoto del 1703.
Il sito è stato completamente saccheggiato varie volte nel corso dei secoli e prima del totale interramento”. È per questo che i residenti esortano le autorità a sciogliere in fretta ogni riserva perchè: “Qualsiasi tentativo di occultare la scoperta alla stampa e alla pubblica opinione sarà da noi osteggiato”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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