Dopo ogni attentato in un aeroporto la domanda è sempre la stessa: come fanno i terroristi a eludere i controlli? L'aeroporto Ataturk di Istanbul, dove ieri alcuni attenatori hanno aperto il fuoco e si sono poi fatti saltare in aria uccidendo 41 persone e ferendone altre 147, aveva dei controlli rafforzati. I viaggiatori sono infatti sottoposti a due screening: uno prima di entrare nel terminal per i voli internazionali, il secondo dopo la verifica del passaporto. Inoltre a 500 metri dall'ingresso del terminal vengono eseguiti dei controlli a campione sui veicoli in transito. Misure di sicurezza che non esistono nella maggior parte degli aeroporti europei. L'aeroporto di Bruxelles, dove il 22 marzo scorso sono morte 17 persone per un attacco dell'Isis, aveva dei controlli standard. Eppure il risultato è stato lo stesso.
I terroristi sfruttano le vulnerabilità delle strutture, certi di trovare un buco nella sicurezza. Bob Baer, ex ufficiale della CIA, disse che non esiste un modo per proteggere gli aeroporti da attacchi di questo tipo. "Non al 100%, specialmente in stati come la Turchia dove l'Isis ha celle ovunque". Anche se non è confermata la paternità dell'attentato, la sostanza rimane: dopo l'11 settembre la sicurezza è aumentata fino a evitare che gli attentatori riuscissero a salire su un aereo per dirottarlo, ma è quasi impossibile prevenire un attacco all'interno di uno scalo. L'attentato al jet russo nel Sinai e quello all'Airbus somalo hanno poi dimostrato che un infiltrato tra gli addetti ai bagagli può piazzare una bomba nella stiva.
L'attentato di Bruxelles e quello di Istanbul hanno molti punti in comune. Uno fra questi, come ha ricordato Guido Olimpo sul Corriere della Sera, è l'azione multipla. In Turchia si sono fatte esplodere tre persone, mentre in Belgio i kamikaze erano due. Un terzo ordigno è stato però ritrovato poco dopo le esplosioni. Concentrandosi su più punti gli attentatori distraggono le difese, obbligando la sicurezza dello scalo a dividersi su più fronti, lasciando magari sguarniti altre zone.
Tel Aviv, uno degli aeroporti più sicuri al mondo
Nel 1972 l'Armata rossa giapponese attaccò l'aeroporto di Tel Aviv, uccidendo 24 persone e ferendone altre 80. Da quel momento lo scalo adottò misure di sicurezza speciali, tanto da renderlo l'aeroporto più sicuro al mondo. Sono stati creati diversi livelli di controlli, alcuni dei quali neanche visibili agli oltre 16 milioni di passeggeri che sono di transito ogni anno.
A Tel Aviv è stato predisposto un enorme spargimento di forze. Gli uomini della sicurezza si mimetizzano in mezzo ai passeggeri all'ingresso, sulle navette e nell'area del check in. Come riporta la Cnn, lo scalo è stato accusato di sottoporre a controlli più serrati i palestinesi e gli arabi.
Le misure adottate in Israele non sono riproponibili in tutto il mondo. Per motivi economici, ma anche perché difficilmente in occidente saremmo disponibili superare così tanti livelli di sicurezza prima di prendere il nostro volo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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