
L'Africa prima o poi finirà col dividersi in due. Si formerà un nuovo oceano lì dove oggi c'è solo, si fa per dire, una immensa faglia che nei giorni scorsi ha aperto strade e distrutto case. Le piogge che a marzo si sono abbattute sul continente africano e il disboscamento, infatti, hanno sciolto le ceneri vulcaniche che di solito coprono la faglia lungo il Rift, portando alla luce delle vere e proprie voragini da 15 metri di profondità e 20 di larghezza.
Le falgie dell'Africa
Come normale che sia, l'affiorare della faglia ha interrotto la strada che da Maihau porta a Narok. Il sistema del Rift (occidentale e orientale) si apre da Gibuti e arriva in Mozambico, tagliando la terra i Etiopia, Kenya e Tanzania. A provocare la frattura è il movimento contrario e opposto della placca somala che si muove verso l'Oceano Indiano e di quella nubiana che invece si avvicina all'Occidente. Un movimento in atto da 25-30 milioni di anni e che tra 30 milioni di anni dovrebbe portare alla formazione di un nuovo continente. In mezzo si formerà un nuovo oceano e il mondo non sarà più lo stesso, così come accadde 180 milioni di anni fa con la separazione dell'Africa dall'America del Sud. "La valle ha una storia di attività tettoniche e vulcaniche", ha spiegato il geologo David Adede al giornale locale Daily Nation. "Mentre la spaccatura è rimasta tettonicamente inattiva nel recente passato, ci potrebbero essere movimenti profondi all'interno della crosta terrestre che portano a zone di debolezza che si estendono fino alla superficie".
Il nuovo continente
"Tra milioni di anni - dice al Resto del Carlino Carlo Doglioni, presidente
dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) - il continente potrebbe spaccarsi e nascerebbe un nuovo oceano. Il fenomeno non rappresenta una novità e, visti i tempi in gioco, neppure un' emergenza".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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