Alimenti avariati. Maxi-sequestro in ristorante cinese a Torino

Sono stati sequestrati 400 chili di alimenti scaduti o mal conservati in un ristorante cinese del centro molto rinomato

Alimenti avariati. Maxi-sequestro in ristorante cinese a Torino

Circa 400 chili di alimenti mal conservati sono stati sequestrati in un ristorante cinese di Torino nel corso di un blitz della polizia in accordo con altre autorità competenti del caso.

Involtini primavera, gamberetti, ravioli ripieni e pacchi di farina infestati dagli insetti. Questo, e moltro altro ancora, si celava dietro le porte a soffietto della cucina di un rinomato locale zen del capoluogo piemontese. La scoperta è stata fatta dagli agenti del Commissariato "Barriera Nizza" in rapporto di stretta collaborazione con il personale del reparto Prevenzione Crimine e gli operatori dell'ASL S.I.A.N.

Nel corso di una approfondita attività di controllo presso il ristorante cinese di Via Nizza 385, le autorità hanno rinvenuto una quantità considerevole di cibo in evidente stato di deterioramento o stipato con approssimazione. Cassette di crostacei lasciati all'aria, capesante ammassate in comunissimi sacchetti della spesa e branzini avvolti con superficialità nel cellofan, erano stati abbandonati confusionariamente nel retrobottega. Molti dei pesci e delle carni surgelate presentavano in superficie anche una densa patina ghiacciata indice di un surgelamento preventivo e non adeguato. Ma non solo. Sparsi un po' ovunque nella dispensa, dal pavimento al piano di lavoro, vi erano poi sacchi di farina contaminati da scarafaggi, mosche ed altri insetti. Infine, gli alimenti sottoposti a sequestro erano sprovvisti di etichettatura necessaria a garantirne la tracciabilità come richiesto dalla normativa europea in tema di sicurezza alimentare.

Per questi motivi, e più in generale, per una scarsa condizione igienico-sanitaria dell'intera struttura, il titolare dell’attività ristorativa, un cittadino

cinese, è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria e il personale dell’ASL gli ha intimato l’immediata chiusura dell’attività fino al ripristino degli ambienti, oltre ad irrogargli una sanzione amministrativa di 2.000 euro.

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