"Tu eri così a 11 settimane: e ora sei qui perché la tua mamma non ti ha abortito". È la scritta che compare sul manifesto anti-aborto appeso a Genova nei pressi della chiesa di Santa Zita, nel quartiere della Foce. Al centro del manifesto, l'immagine di un feto e in basso il logo dell'associazione ProVita, responsabile dell'iniziativa che dopo Roma ha innescato forti polemiche anche a Genova.
La comparsa del cartellone non ha lasciato indifferenti partiti e sindacati, che ne chiedono l'immediata rimozione. Il Pd genovese, in una nota, dichiara che "Il maxi-manifesto contro l'aborto affisso in corso Buenos Aires è inopportuno e lesivo della sensibilità delle donne e di ognuno di noi: immagine e messaggio scelti costtuiscono un attacco alle donne". Mentre la Camera del Lavoro si rivolge direttamente a istituzioni e Comune, che "dovrebbero far rimuovere quel cartello: abortire non è un reato".
Dura la risposta di Forza Nuova. "Alla rabbiosa reazione della Cgil che ne vorrebbe la rimozione, rispondiamo con gli esempi di Polonia e Ungheria dove esiste una forte identità cristiana e nazionale che ha condotto a una legislazione in difesa ella vita. Prendiamo esempio da chi non accetta sudditanze alle lobbies abortiste e antipopolari di Bruxelles e invitiamo la CGIL a preoccuparsi della difesa dei diritti delle madri piuttosto che a rimuovere un manifesto", scrive il partito di Roberto Fiore.
Anche a Roma, all'inizio di aprile, era scoppiata la stessa polemica.
A poche ore dall'affissione del manifesto, si era spesa in prima persona l'esponente del Pd Monica Cirinnà (già prima firmataria della legge sulla regolamentazioni delle unioni civili), che ne aveva chiesto l'immediata rimozione. Qualcuno le aveva risposto che "il Fascismo è finito". Alla fine, nella capitale, il sindaco Raggi si era arresa alle associazioni pro-aborto facendo rimuovere il manifesto. Vedremo se il suo collega genovese Bucci farà altrettanto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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