Toscana, per la mammografia oltre un anno e mezzo d'attesa

Succede in Toscana, dove in alcuni ospedali è addirittura vietato prenotare una risonanza magnetica con la sola prescrizione medica. Odissea tra gli esami impossibili e liste d'attesa infinite

Toscana, per la mammografia oltre un anno e mezzo d'attesa

Liste di attesa infinite: un anno e mezzo per una mammografia e undici mesi per una ecografia mammaria. Prima non c’è posto, a meno di disdette, in nessuna delle strutture sanitarie di Massa Carrara, Lucca, Livorno e Viareggio. Prenotare una risonanza magnetica mammaria con la sola prescrizione del medico è addirittura impossibile a Pisa che, seppur parte dell’Azienda USL Toscana nord ovest, ha un suo centralino dedicato: “Noi non lo facciamo più” rispondono, senza dire né perché e nemmeno a chi rivolgersi, solo un vago “Provi a chiamare in senologia o in radiologia", poi, purtroppo, la linea cade. In queste condizioni, fare un'adeguata prevenzione per chi è a rischio di sviluppare un cancro al seno è impossibile.

Maria Carla (nome di fantasia) ha 40 anni e un’alta familiarità accertata per carcinoma mammario: due zie materne e la madre gravemente colpite dal tumore sottoposte a mastectomia e chemioterapia. “Quando a mia madre hanno diagnosticato una mutazione del gene BRCA1, ho intrapreso anche io un’analisi di tipo genetico, ma in attesa di conoscere i risultati, mi è stato consigliato da più medici di sottopormi a dei controlli serrati: una ecografia e visita senologica ogni sei mesi, una mammografia e una risonanza magnetica con e senza mezzo di contrasto ogni anno, autopalpazione almeno una volta al mese”.

Il tumore al seno è uno di quei tumori da cui oggi si può guarire, ma bisogna prenderlo in tempo. L’unica via è la prevenzione, che si fa sottoponendosi a esami diagnostici secondo tempistiche rigide.

“Non me la sento di aspettare così tanto - continua Maria Carla – e perciò prenderò in considerazione di rivolgermi a strutture private, ma se questo è fattibile per la mammografia e l’ecografia, diventa impossibile per la risonanza magnetica, estremamente costosa e difficile da effettuare in strutture private, poiché non tutte dispongono di macchinari così sofisticati”.

Maria Carla ha provato a rivolgersi direttamente al reparto di radiologia e di senologia dell’Ospedale Santa Chiara di Pisa, ma si è ritrovata in un vicolo cieco. Dopo un’infinità di tentativi con vari numeri di telefono le è stato risposto “dalle urgenze” che la risonanza magnetica si fa solo a chi ha subìto un’operazione di asportazione di tumore, che è proprio quello che Maria Carla sta cercando di evitare, con la trafila dei controlli preventivi. Oppure solo se a prescriverla è un “loro medico”.

E qui si arriva al corto circuito. “Mi sono recata personalmente in reparto -dice Maria Carla-, dove mi è stato dato ancora un altro numero da chiamare, il 29, che poi ho scoperto essere il numero con cui si identifica l’edificio della libera professione, dove avrei potuto prendere un appuntamento con un medico che avrebbe valutato se fare la risonanza, valutazione che io, oltretutto, ho già avuto in passato. E così mi sono ritrovata a dover scegliere se percorrere la via del pubblico, a costi accessibili ma impossibile di fatto, oppure quella veloce e facile, ma a pagamento”. E i costi? Oltre 100 euro per una visita, quasi duecento per visita ed ecografia e trecento euro per visita, ecografia e mammografia, quando il solo ticket, invece, non arriva a 40 euro.

I reparti, manco dirlo, sono al collasso. Il personale allo stremo.

“Se divido la cifra del mio stipendio -dice un medico radiologo- per il numero degli esami che faccio la cifra che guadagno per ogni ecografia è di 0,80 centesimi”. Meno di un caffè per vedere se in quella persona c’è un tumore.

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