L'Ape è disperso. L'anticipo pensionistico che doveva vedere la luce il primo di maggio di fatto è finito nel nulla, bloccato dai ritardi del governo. I sindacati non mollano la presa: "Il ritardo accumulato nell’emissione del Dcpm sul pacchetto previdenza sta diventando imbarazzante", sottolinea il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti. "Il Governo pubblichi il decreto sulla gazzetta ufficiale. - aggiunge - Per la Uil occorre tenere ferma la data del primo maggio per la prestazione dell’ Ape sociale e mantenere l’intera fruibilità per tutti gli interessati dalle platee delle categorie dei lavori gravosi e faticosi". Cosa ha determinato lo slittamento della partenza dell'Ape? Il governo ha inviato il regolamento applicativo con un decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri lo scorso 19 aprile. Un decreto che però non ha permesso la pubblicazione dell'uscita anticipata in Gazzetta Ufficale. A pesare infatti sarebbe stato il parere del Consiglio di Stato che ha definito illegittimo, come ricorda il Corriere, l'allargamento della platea agli operai agricoli e a tutti coloro che non hanno i requisiti per l'indennità di disoccupazione. La modifica richiede un intervento sulla norma e non sul regolamento, così il decreto di fatto resta bloccato. Per accedere all'Ape social i termini fissati per le domande segnavano come ultima scadenza il 30 giugno. Adesso il governo sta pensando di allargare i termini fino al 15-30 luglio. A questo punto toccherebbe all'Inps, entro il 30 settembre, stilare la graduatoria per gli aventi diritto. Ma in questo momento non è ancora possibile fare richiesta. Se questo dell'Ape social è già un pasticcio, ben più pesante è quello dell'Ape volontaria che in potenza riguarderebbe tutti i lavoratori. Di fatto l'uscita anticipata dal lavoro su base volontaria sarebbe dovuta partire il 1°maggio parallelamente a quella "social" per i disoccupati. In questo caso il governo non ha nemmeno inviato il decreto. Il paso succesivo riguarderà poi le convenzioni con Abi e Ania che dovranno impostare i costi che sono a carico del lavoratore. Il prezzo da pagare dovrebbe essere tra il 4 e il 4,5 per cento per ogni anno di anticipo considerando il tasso d'interesse sul prestito e le polizze in caso di morte prematura.
Tutto il procedimento resta però in alto mare e il governo aveva dato indicazioni su richieste fino al 31 dicembre 2018. Ma con questa road map segnata dai ritardi c'è chi mette in dubbio lo stesso avvio dell'Ape volontaria.
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