Molti politici americani stanno già gridando allo scandalo perché Apple e Google consentirebbero ad un app saudita di "esistere" all'interno dei loro store
È nato già l'hashtag #DropTheAPP che su Twitter creato dalla parlamentare di New York Carolyn Maloney la quale dice:"Un’app disponibile su Google / App Store di Apple aiuta l’Arabia Saudita a far rispettare il suo sistema di guardiani che non consente alle donne di viaggiare senza il permesso di un tutore maschio. Nessuna compagnia dovrebbe sostenere l’oppressione delle donne!". Immediata la movimentazione generale dei politici, una lettera del senatore Ron Wyden dell'Oregon è pervenuta sulla scrivania del ceo di Apple Tim Cook, questa volta la richiesta era quella di una rimozione immediata dell'app:"Questa app va contro i principi del tipo di società che big G e l'azienda di Cupertino dicono di promuovere e difendere. Le compagnie non dovrebbero favorire il patriarcato del governo saudita".
Entrambe le società si sono immediatamente messe all'opera per controllare la app e vedere se effettivamente si rispetti, riferisce il New York Times, gli standard e i criteri per poter esistere all'interno dei loro app store. Oltre ai politici si è mossa anche Amnesty International, il suo portavoce per i diritti delle donne Yasmine Mohammed ha infatti detto alle due società:"App come questa possono facilitare la violazione dei diritti umani, inclusa la discriminazione contro le donne". E la stessa attivista ha gridato ad una "Promozione della misoginia delle due aziende più avanzate del mondo".
Si sono uniti alle proteste anche i rappresentanti dei diritti europei e australiani, mentre l'Ufficio esteri e Commonwealth ha detto di non condannare la app ma di voler vedere una volta per tutte la cessazione del potere dei cosiddetti guardiani maschi in Arabia Saudita.
Perché Apple e Google non hanno rimosso ancora la app? Quello che le due società si sono impegnate a fare fino ad ora è un controllo per vedere se ci sono dei problemi negli standard qualitativi del programma, se c'è qualche violazione dell'accordo tra gli utenti ma non si sono ancora impegnati a rimuoverla nonostante le proteste dei politici e degli attivisti di tutto il mondo. La risposta è abbastanza semplice, le due società più tecnologicamente avanzate della Silicon Valley hanno infatti un buonissimo rapporto con l'Arabia Saudita e questa situazione è fonte di grandissimo imbarazzo.
L'anno scorso il principe saudita Mohammed bin Salman ha
visitato entrambe le sedi, sia Google che Apple, e ha fatto un tour eccezionale all'interno di Apple Park. Il campus dove ha incontrato anche Tim Cook e insieme hanno parlato tanto insieme ad altri top manager del gruppo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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