La proteste dei migranti: "Vogliamo soldi e la wifi"

Nel campo profughi genovese, settanta immigrati protestano per condizioni migliori. Vogliono internet, cibo migliore, una scuola professionale e soldi

Migranti in attesa di entrare nel campo profughi di Presevo, in Serbia
Migranti in attesa di entrare nel campo profughi di Presevo, in Serbia

Da quest'estate, settanta immigrati vivono in un campo profughi a Genova, ma nonostante tutto, continuano a protestare per avere maggiori comfort.

In segno di protesta, hanno creato una barricata di sedie e tavolini davanti l'ingresso della cooperativa sociale che gestisce il campo profughi. Come riporta il Secolo XIX, i profughi hanno delle richieste che vogliono vedere esaudite per migliorare la loro condizione. Primo fra tutti c'è il desiderio di avere "una connessione wifi nel campo". Senza internet dicono di sentirsi "tagliati fuori". Non possono comunicare con parenti e amici in patria, non possono accedere ai social network.

Ma le assurde lamentele non si fermano qui. Gli immigrati chiedono di avere una "carta di residenza" e "il cambiamento di cibo". Non solo, vogliono anche potersi intascare direttamente "i soldi giornalieri che gli spettano". Tra i "diritti" che rivendicano, ci sono anche la creazione "di un centro di formazione professionale", "nuovi saponi da bagno", e la "data di commissione" in cui verrà deciso il loro status.

I profughi hanno inscenato queste manifestazioni perché sanno, purtroppo, di poterselo permettere. Se nell'immediato non hanno ancora ricevuto quello che volevano, prima o poi gli verrà dato. E questo a loro è ben chiaro.

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