Chi dovrà sottoporsi alla quarta dose di vaccino riceverà ancora i sieri anti-Covid dello scorso anno, ovvero quelli che erano stati studiati e preparati per contrastare il Covid-19 iniziale. Al momento nessuna ditta azienda farmaceutica è riuscita a mettere a disposizione un siero aggiornato contro le varianti subentrate in seguito. Come hanno più volte spiegato gli esperti, i vecchi vaccini servono a prevenire la malattia grave ma non hanno molta efficacia nel prevenire il contagio con la variante Omicron. Qualora si dovesse fare un richiamo il prossimo autunno, qualcosa potrebbe essere diverso. Dopo che i vaccini AstraZeneca e Johnson&Johnson sono stati abbandonati, restano da utilizzare i sieri Pfizer, Moderna e Novavax, quelli che sono attualmente utilizzati in Europa.
Un vaccino aggiornato
Le aziende farmaceutiche stanno studiando un vaccino che sia aggiornato per la nuova variante. Per quanto riguarda Pfizer e Moderna, a gennaio sono già stati avviati gli studi sull’uomo. Entro aprile e giugno l’Ema, l’Agenzia europea per i medicinali, aspetta di avere in mano i dati concernenti la loro sicurezza ed efficacia. A quel punto sarà quindi possibile capire se sarà meglio mettere in produzione un nuovo vaccino aggiornato o continuare a utilizzare quelli già presenti. Come riportato da Repubblica, Marco Cavaleri, responsabile dell'Ema per i vaccini e i farmaci anti Covid, ha reso noto che“una possibile approvazione potrebbe arrivare in estate”. Per ora nel nostro Paese sono solo i soggetti fragili e immunodepressi a dover ricorrere a una ulteriore somministrazione di vaccino anti-Covid.
Pfizer ha chiesto che negli Stati Uniti venga autorizzata l’inoculazione della quarta dose a tutte le persone che abbiano superato i 65 anni di età. Moderna ha invece rilanciato chiedendo che venga estesa a tutti, indipendentemente dall’età. Entro aprile la Food and drug administration americana dovrebbe dare il suo parere, ma non è detto che accetti la pressione delle aziende farmaceutiche. Intanto gli studi proseguono per aggiornare il vaccino. In teoria non dovrebbe essere complicato. Quella che deve essere modificata è la sequenza dell'Rna che viene somministrata nel nostro corpo, così da seguire quella della proteina spike della nuova variante. Ci vogliono però diversi mesi per la sperimentazione, avere il via libera delle autorità regolatorie e dare il via alla produzione. Secondo i conti fatti da Stéphane Bancel, amministratore delegato di Moderna, le prime fiale dovrebbero essere pronte per agosto, in modo da poter partire con le vaccinazioni in autunno.
A che punto sono gli studi
La Pfizer aveva invece parlato di primavera-estate, ma i risultati arrivati dai test sugli animali non hanno mostrato un grande aumento di efficacia contro la Omicron. Infatti, su otto scimmie il numero di anticorpi prodotti dalle due versioni del vaccino non è stato molto diverso, inoltre gli anticorpi generati dal vaccino vecchio, non ancora aggiornato, hanno fatto vedere di essere in grado di neutralizzare anche varianti lievemente differenti del virus. Sui topi si è visto che il vaccino aggiornato è riuscito a proteggerli abbastanza bene da Omicron, ma non si può dire la stessa cosa delle varianti precedenti. Questo potrebbe essere un problema per eventuali varianti future. L’ultima sperimentazione, sempre fatta sui roditori, ha invece rivelato che i soggetti immunizzati prima con il vaccino non aggiornato, e poi con quello per Omicron, producevano sempre anticorpi per contrastare il virus originario. In immunologia questo viene definito 'il peccato originale degli anticorpi'.
Anche se di solito gli esperimenti sugli animali sono abbastanza simili a quelli umani, sarà comunque necessario aspettare la sperimentazione sull'uomo. Al momento Moderna sta inoculando ai suoi volontari un siero bivalente che ha in sé metà dose del vaccino non aggiornato, e metà dose del nuovo. L’azienda farmaceutica pensa di poter mettere in campo per l’estate del 2023 una fiala che abbia, oltre agli antigeni del Covid, anche quelli dell'influenza. In questo modo potremmo vaccinarci una volta sola per essere protetti da entrambi. I test di Pfizer sono rivolti solo al vaccino aggiornato. Come ha spiegato l’amministratore delegato dell’azienda, Albert Bourla, l’obiettivo è di avere pronto il siero aggiornato contro Omicron entro l’estate. Dipenderà poi dalla necessità e dalle decisioni delle autorità regolatorie se usarlo oppure no. C’è però il rischio, qualora venisse approvato il nuovo siero, che le persone non ancora vaccinate non vogliano sottoporsi a quello vecchio, ritenendolo ormai scaduto.
Inoltre la variante Omicron potrebbe non esserci neanche più in autunno e ne potrebbe comparire una nuova. In Cina sta prendendo piede la subvariante Omicron 2, che è più contagiosa. In poco tempo potrebbe arrivare una nuova variante, anche se adesso non ci sono avvisaglie.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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