Baccarat, 250 anni in un soffio di cristallo rosso

Tra le 500 opere anche il calice di Napoleone III, i vasi Simon creati per l'Expo del 1867e il candelabro dello zar di 4 metri

Baccarat, 250 anni in un soffio di cristallo rosso

Duecentocinquant'anni leggendari raccontati in un soffio. Il soffio del cristallo che muta le sue forme, che s'interseca in disegni geometrici, che sfuma in trasparenze fluorescenti. Duecentocinquant'anni della maison Baccarat da celebrare comme il faut , con un'esposizione sontuosa nelle antiche gallerie del Petit Palais, il Museo delle Belle Arti di Parigi infiammato per l'occasione di rosso. L'inconfondibile rosso Baccarat.

E con un cocktail esclusivo per cinquecento invitati, dallo stilista Christian Lacroix all'attrice Arielle Dombasle, dal designer Philippe Starck, una delle più prestigiose firme della maison, al profumiere Francis Kurkdijan. Cinquecento come sono i cristalli storici esposti sino al 4 gennaio in questa mostra Baccarat: la legende du cristal, da ammirare e non toccare dietro un sinuoso filo metallico che sembra accarezzarli docilmente in un percorso che aggiunge fascino e mistero alla perfezione.

Candelabri extra large, esemplari di flaconnage, calici austeri, lustri monumentali, vasi gemelli, tutte opere d'arte di cristallo che hanno ammaliato le corti di re, zar, imperatori, maharaja e che riflettono duecentocinquant'anni di storia iniziati quando nel 1764 Luigi XV accordò a Louis-Joseph de Montmorency-Laval vescovo di Metz l'autorizzazione ad aprire una fabbrica di cristalli nel villaggio di Baccarat, in Lorena. Un viaggio nel tempo e nella storia della maison di cristalli più famosa al mondo che qui si riflette in raffinate sculture di luce, pezzi da museo provenienti anche da Louvre, Orsay, Arts decoratifs. Come i celebri vasi Simon creati per l'Esposizione universale del 1867, L'Allegoria dell'Acqua e L'Allegoria della Terra, vasi gemelli di dimensioni eccezionali, la cui complessità e raffinatezza valsero al maestro incisore Jean-Baptiste Simon il privilegio unico di firmare la propria opera. O il candelabro dello Zar, alto 3.85 metri e composto da tremilatrecentoventi pezzi di cristallo, presentato all'Esposizione universale del 1878 con settantanove candele ma che lo zar Nicola II nel 1896 volle in versione elettrica. O, ancora, il virtuosismo del calice Harcourt creato nel 1841 per il re di Francia Luigi Filippo inciso con il monogramma reale e con il caratteristico bottone rosso rubino ottenuto con la fusione progressiva alla temperatura di cinquecentoquaranta gradi del cristallo e della polvere d'oro, calice poi diventato un'icona di eccellenza e di eleganza in cui hanno bevuto anche Napoleone III, Papa Giovanni Paolo II e il re del Marocco.

Un percorso disegnato ad arte, leggendario nell'allestimento così come l'ha fortemente voluto anche l'estro di Daniela Riccardi, amministratore delegato di Baccarat, maison simbolo di Francia che ora batte bandiera americana. Che esalta le realizzazioni di flaconnage ormai culto tra i collezionisti, come le bottiglie per i profumi Guerlain e Dior e il preziosissimo decanter che dal 1936 Remy Martin ha voluto per il suo brandy Louis XIII, così come il tavolino da toilette di Maria Carolina di Borbone, duchessa di Berry, realizzato nel 1822 in cristallo tagliato a punta di diamante e sormontato da uno specchio.

Un'esposizione dalle mille suggestioni raccontata al Petit Palais attimo per attimo, soffio dopo soffio, anche attraverso disegni preparatori, schizzi d'autore, dipinti e documenti d'archivio: basta alzare lo sguardo verso l'impressionante e monumentale lustro Jets d'eau creato nel 1925 da George Chevalier, rivoluzionario direttore artistico di Baccarat dal 1916 agli anni Settanta, una cascata di perle di cristallo che magnetizza lo sguardo oppure perdersi osservando il tavolo da pranzo reso infinito da un sapiente gioco di specchi dressée con i pezzi creati per il duca di Windsor e la principessa Grace di Monaco, per

Joséphine Baker e Aristotele Onassis. Basta uno sguardo perché negli austeri saloni risuoni l'eco del raffinato savoir vivre Baccarat: il tintinnio impercettibile del cristallo sa mettere in scena inenarrabili suggestioni.

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