Touil Abdelmajid, 22 anni, marocchino e accusato di essere coinvolto nell'attentato al museo Bardo di Tunisi, è arrivato in Italia con un barcone mimetizzandosi tra gli immigrati. Su questo punto, dopo l'arresto del ragazzo, gli inquirenti non hanno nessun dubbio. Adesso gli investigatori provano a capire come Abdelmajid avrebbe partecipato all'azione terroristica e soprattutto quali fossero i suoi rapporti con i jihadisti dell'Isis. Domande a cui presto la Digos e i Ros tenteranno di dare una risposta.Per comprendere in modo approfondito le responsabilità del marocchino, gli investigatori hanno sequestrato il suo pc. Infatti, secondo alcune indiscrezioni il marocchino si sarebbe collegato più volte a diversi siti jihadisti.
Inoltre avrebbe scaricato più volte alcuni numeri di "Daqib", il magazine del terrore dello Stato Islamico disoponibile online. Ad inguaiare il ragazzo sarebbe anche un "vuoto informatico" di alcune settimane su cui adesso gli investigatori starebbero concentrando le indagini. Sono convinti che nel pc del marocchino ci sia la prova regina che dimostri il suo coinvolgimento con l'attentato del Bardo, ma anche con alcune cellule del terrore. Secondo il racconto di alcuni testimoni, durante l'attentato ci sarebbe stato un terrorista che avrebbe parlato più volte in italiano. Un altro pezzo del puzzle che adesso i magistrati e gli investigatori provano a ricomporre.
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