Bari ha un tasso di crescita del contagio da Covid-19 tra i più alti in tutta Italia. La provincia barese conta, al momento, quasi 70mila positivi e il sistema sanitario è al collasso. "Mancano i bocchettoni dell'ossigeno", ci dice Saverio Andreula, presidente dell'ordine degli infermieri di Bari.
Questo secondo lockdown è per la Puglia, e in particolar modo per Bari, più drammatico del primo. Il 20 marzo del 2020 a Bari erano 28 i contagiati, dopo un anno sono esattamente 68.491. "Le nostre strutture sanitarie non sono efficienti come in Lombardia ad esempio", specifica a ilGiornale.it ancora Andreula. A rendere chiaro il quadro della situazione è il fatto che uno degli ospedali Covid del capoluogo della regione, il "San Paolo", ha chiuso il pronto soccorso per quarantotto ore. Non ci sono più posti letto e neanche barelle e i pazienti sono sistemati alla meno peggio anche nei corridoi. Oltre trenta i baresi che sono in attesa di ricovero "e l'80 per cento dei ricoverati sono ventilati" come leggiamo in una comunicazione agli operatori sanitari.
A pagare caro le conseguenze di un sistema sanitario al collasso oltre ai pazienti, sono anche i medici, gli infermieri e gli oss non solo dell'ospedale San Paolo, ma anche del Policlinico di Bari dove, agli addetti ai lavori, viene chiesta la sospensione dei congedi ordinari "fino al ripristino di condizioni di normalità assistenziale". L'immagine che vedete sta facendo il giro del web. E' stata scattata proprio al pronto soccorso del Policlinico e parla da sé. Stremati, alcuni sanitari, arrivano a dormire per terra pur di riposare anche solo per pochi minuti.
A condividerla anche il sindaco di Cellamare, un Comune in provincia di Bari, Gianluca Vurchio, che oltre ad essere primo cittadino è innanzitutto un soccorritore del 118 a Bari. Vurchio racconta la sua esperienza in prima linea e come anche lui, durante il suo turno di lavoro, abbia dovuto aspettare sette ore per avere una barella libera per l'ambulanza.
"La verità è che oltre a mancare i bocchettoni dell'ossigeno e a non esserci più posto in un ospedale come il San Paolo mancano gli uomini, mancano i professionisti", sottolinea al telefono Saverio Andreula che continua a raccontarci una situazione al limite dell'assurdo. "La struttura per le maxi emergenze allestita nella Fiera del Levante è completa per quanto riguarda le attrezzature, ma è carente per quel che concerne il personale sanitario. In terapia intensiva i pazienti sono collegati a dei monitor salvavita e bisogna intervenire in tempo quando queste apparecchiature suonano. Oltre a questo gli infermieri devono anche pensare alle esigenze di tipo igienico ed alimentare dei ricoverati. Ad esempio bisogna di tanto in tanto girare il paziente per evitare che gli si formino le piaghe da decupito. Ci sono dei protocolli operativi ben precisi da seguire altrimenti si possono creare danni alle persone. Per esempio si possono avere complicazioni dovute anche alle piaghe da decupito per non parlare dei pazienti tracheotomizzati. Possono esserci momenti, quindi, in cui suonano contemporaneamente più monitor e ci vogliono più persone per assistere tutti i pazienti."
Ma il personale specializzato manca, oltre ai posti letto, le barelle e i bocchettoni per l'ossigeno. "Il servizio del 118 pugliese fa acqua da tutte le parti, non funziona. I tempi di arrivo di un'ambulanza o di un'auto medica sono biblici e si lavora alla meno peggio. Quello che chiediamo, come ordine degli infermieri di Bari, è che questa situazione venga raccontata perché vengano date anche delle tutele legali agli operatori che lavorano in prima linea.".
608px;">Ancor meno incoraggiante è il lungo post su Facebook del sindaco di Bari, Antonio Decaro, che per la prima volta ammette pubblicamente: "Oggi ho paura come forse non ne ho mai avuta. Sono stanco e non so se andrà tutto bene".
Complice forse un po’ di mal di gola (state tranquilli è solo un malanno di stagione) e un po’ di tristezza per le...
Pubblicato da Antonio Decaro su Venerdì 19 marzo 2021
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