Cannabis medica, aumentano le prescrizioni ma mancano le forniture

Antonio Saitta: "Chiediamo al ministero della Salute di individuare e autorizzare altri enti alla produzione dei farmaci"

Cannabis medica, aumentano le prescrizioni ma mancano le forniture

Somministrata soprattutto ai pazienti con dolore cronico o neurogeno, la cannabis terapeutica si sta affermando con forza nell'ambito delle prescrizioni mediche, ma l'offerta non riesce a tenere il passo della crescente domanda.

In alcune regioni, i pazienti sono addirittura triplicati e i medici, nei casi di inefficacia dei trattamenti tradizionali, sono sempre più inclini a prescrivere i cannabinoidi, tanto che le ricette di cannabis medica sono cresciute di oltre cinque volte nell'ultimo anno, riporta La Stampa.

Attualmente, in Italia, a produrre e quindi fornire la cannabis terapeutica è solamente lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, ma un solo produttore non riesce più a sopperire alle richieste. Così si spiega la crescente pressione delle regioni al ministero della Salute per aumentare le forniture.

"Chiediamo al ministero della Salute di individuare e autorizzare altri enti alla produzione dei farmaci", ha sottolineato ieri l'assessore alla Sanità della regione Piemonte, Antonio Saitta, precisando che si tratterebbe di una soluzione già prevista dal decreto legge del 16 ottobre 2017 numero 48, poi converito in legge: "Qualora risulti necessaria la coltivazione di ulteriori quote di cannabis oltre a quelle coltivate dallo Stabilimento chimico farmaceutico militare, possono essere individuati, con decreto del ministro, uno o più enti o imprese da autorizzare alla coltivazione, nonchè alla trasfromazione, con l'obbligo di operare (...) in base alle procedure indicate dallo stesso Stabilimento".

Il Piemonte è una delle regioni che ha sicuramente l'urgenza di trovare una risoluzione al problema, visto l'importante aumento del numero di pazienti trattati con farmaci cannabinoidi. Nel dettaglio, nel 2017 la Regione ha speso per questi preparati 193.089 euro, con un incremento del 107,07% rispetto al 2016.

In assenza di altri stabilimenti per la produzione, l'unica opzione possibile è quella di acquistare il prodotto all'estero dall'Olanda o la Svizzera che sono i maggiori produttori. In questo modo però al problema dell'esiguità delle forniture si sostituirebbe quello dell'aumento dei costi."Serve prima di tutto un provvedimento dell'esecutivo -ha dichiarto il presidente della commissione regionale Piemonte, Domenico Rossi -. La situazione attuale è problematica anche in termini di costi, perchè acquistiamo dall'estero le qauntità utili a colmare il gap di fabbisogno".

Visto l'aumento della richiesta e il fatto che l'efficacia della cannabis terapeutica sia oggetto di dibattito anche a livello scientifico, in Piemonte verrà avviato uno studio clinico su 90 pazienti. Ad annunciarlo è stato sempre l'assessore Antonio Saitta, durante la seduta della quarta commissione del Consiglio regionale.

Si tratterebbe della prima esperienza a livello nazionale e Saitta ha esortato le altre regioni a muoversi verso la stessa direzione per ottenere risultati più completi possibili: "Chiederò alle altre regioni di intraprendere progetti analoghi, in modo da ampliare il più possibile il numero di pazienti coinvolti e dunque contribuire in maniera significativa a consolidare le certezze scientifiche su questo tema".

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