Continuano ad arrivare pessime notizie nell'ambito del conflitto tra Ucraina e Russia. Nonostante i negoziati vadano avanti a più riprese e la speranza di un accordo diplomatico sia sempre accesa, la situazione sul campo di guerra resta del tutto drammatica: edifici residenziali come obiettivi, civili che perdono la vita, altri che non riescono a fuggire nel tentativo di trovare una destinazione sicura e mettersi al riparo dalla minaccia russa. A ciò si aggiungono le migliaia di soldati russi che hanno perso la vita. Il timore diffuso è che il conflitto possa diventare abitudine e pratica costante per un lungo periodo ininterrotto.
Evidenti segnali negativi e scoraggianti arrivano non soltanto dal triste teatro di guerra, ma anche nelle scelte comunicative che stanno adottando gli altri Paesi che al momento non sono coinvolti nel conflitto. Ad esempio il giornalista Toni Capuozzo ha fatto notare che ormai gli Stati Uniti "parlano solo il linguaggio della guerra", che Vladimir Putin non ha alcuna intenzione di indietreggiare e che allo stesso tempo l'Ucraina "esclude ogni compromesso sull'integrità territoriale". Un mix che complica ulteriormente un quadro già fragile e pericoloso.
Capuozzo, attento osservatore della situazione tra Ucraina e Russia, ha sottolineato che Boris Johnson in sostanza si è lasciato scappare "quello che a Washington pensano": il primo ministro britannico è determinato nel sostegno a Volodymyr Zelensky e senza giri di parole ha sostenuto che "è di enorme importanza strategica, politica, economica e morale che Putin fallisca e che Zelensky vinca".
"Ingolositi dall'opportunità di sconfiggere non solo l'invasione, ma il regime russo, di sbarazzarsi di Putin", ha scritto Capuozzo sul proprio profilo Facebook. Il giornalista ha posto l'accento sul fatto che "la Russia non è una Libia qualunque" e dunque ha invitato a valutare ciò che potrebbe accadere più in là. Dunque non limitarsi a un perimetro breve, ma ampliare lo sguardo soprattutto al futuro. Anche perché la durata del conflitto militare è direttamente proporzionale al rischio di ulteriori vittime tra i civili.
Capuozzo non ha fatto mancare alcuni moniti e, come sempre, si è espresso in maniera chiara senza usare mezzi termini: ha accusato l'Unione europea di sembrare "una Nato in borghese", i leader di sembrare generali, "e trattano la questione come se fosse una campagna elettorale".
L'unica nota di merito è stata rivolta ai generali veri, che sono a conoscenza degli effettivi rischi: "Gli unici a mostrare prudenza". "Mariupol sembra il trailer dell'Ucraina intera, e nessuno parla di pace", ha concluso il giornalista.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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