Niente domiciliari per Raffaele Cutolo. Il boss che fu a capo della Nuova camorra organizzata resta in carcere. Il magistrato di Sorveglianza di Reggio Emilia ha infatti rigettato l'istanza di sospensione dell'esecuzione della pena per ragioni di salute nell’ambito dell’emergenza Covid-19. Il 78enne Cutolo, soprannominato "'o professore", è detenuto nel carcere di Parma.
Lo scorso 19 febbraio il boss della camorra era stato ricoverato per una ventina di giorni in ospedale per una grave forma di polmonite. A metà aprile, la richiesta di scarcerazione con sostituzione del carcere con gli arresti domiciliari. Ora la difesa potrà impugnare il provvedimento di rigetto. Cutolo fondò negli anni '70 la Nuova Camorra Organizzata che, nel giro di pochi anni, divenne una delle organizzazioni criminali più potenti d'Italia. Rapida l’ascesa così come veloce fu il declino. La Nco è stata considerata sconfitta alla fine degli anni '80 con l'arresto o la morte di numerosi boss.
"Saranno contenti quelli, tra politici, giornalisti, magistrati e benpensanti, che si sono scandalizzati per alcune scarcerazioni. Io non mi unisco al coro di chi critica i magistrati quando emettono provvedimenti che non condivido, ma prendo atto che Cutolo non ha altro destino che morire in carcere", ha dichiarato all’Agi Gaetano Aufiero, legale di Raffaele Cutolo. "Le decisioni di un magistrato si rispettano sempre - ha aggiunto l'avvocato - soprattutto quando non si condividono".
L’avvocato Aufiero ha spiegato che il magistrato ha acquisito le informazioni sulle condizioni di salute del boss dal carcere e che l’istituto penitenziario ha sì confermato le patologie serissime assicurando, allo stesso tempo, che il detenuto può essere curato nella stessa struttura. "Purtroppo così non è stato- ha sottolineato il legale- quando è stato necessario ricoverarlo in ospedale".
A breve il provvedimento adottato dal magistrato di Sorveglianza di Reggio Emilia sarà discusso in un'udienza di fronte al tribunale di Bologna. Ma Aufiero si è detto pessimista per la concessione dei domiciliari al suo assistito. "Non mi aspetto nulla - ha affermato Aufiero - dopo tante polemiche su alcune scarcerazioni, quando ogni processo è una storia a sé, a maggior ragione per Raffaele Cutolo". Riferendosi alle polemiche per i domiciliari concessi ad alcuni boss a causa dell’emergenza coronavirus, il legale ha rimarcato con tono polemico che "per alcuni queste scarcerazioni non andavano fatte. Per il Governo che ha fatto due decreti in 4 giorni vanno anche riviste”.
Aufiero ha concluso spiegando che "chi, come me, crede nello stato di diritto e nella Costituzione, ne prendo atto sapendo che Raffaele Cutolo e tanti detenuti devono morire in carcere".
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