Caro Matteo, faccia qualcosa di liberale

Un consiglio, non solo sul nome. Non abbiamo bisogno di una Lega degli italiani ma di una Casa degli italiani

Caro Matteo, faccia qualcosa di liberale

Se due settimane fa ci fossimo domandati quali sarebbero stati gli schieramenti elettorali alle prossime elezioni europee, avremmo detto che ci sarebbe stato uno scontro decisivo fra lo schieramento di destra guidato da Salvini e i Cinque stelle, alleati della sinistra marxista. Salvini, dopo avere cacciato i migranti dal Mediterraneo dava l'impressione di poter dare al Paese ordine, sicurezza e rigore e stava diventando rapidamente il capo carismatico di tutto il movimento moderato di centrodestra. Poi ha compiuto un errore fatale.

La grande politica internazionale si fa sulla base di antichi rapporti storici, affinità culturali, di relazioni e amicizie personali. L'Italia ha un legame profondo con le grandi democrazie occidentali che hanno fatto l'Europa: Francia, Inghilterra, Germania, Spagna. Ma a questi Paesi Salvini non si è presentato come grande statista capace di dare una guida politica, ma come un demagogo che si è alleato con Orbán, il gruppo di Visegrad e Marine Le Pen, cioè la destra illiberale, che gli italiani non amano e giudicano impotente. E di colpo, parlando con la gente, si nota che la sua popolarità, dopo mesi di continua ascesa, ora si è assestata.

Max Weber ci ha insegnato che il carisma può crescere vertiginosamente, ma può altrettanto rapidamente crollare se il capo non interpreta le attese dei suoi seguaci. Andare alle elezioni europee con queste alleanze sovraniste e bombardati dalla sinistra marxista con accuse di fascismo o di nazismo, porterebbe la Lega e il centrodestra alla catastrofe.

Per di più la Lega sta andando incontro a un nuovo trauma, dover chiudere, rinascere cambiando nome.

Un compito difficile che richiede un ripensamento generale del suo significato, del suo programma.

Io mi auguro che tutti i miei amici della Lega si sbarazzino delle suggestioni ideologiche sovraniste per ritrovare la loro autentica vocazione, quando la Lega è nata e il suo modello era la Svizzera federale, borghese, ordinata, realista, semplice ed efficiente.

Un consiglio, non solo sul nome. Non abbiamo bisogno di una Lega degli italiani ma di una Casa degli italiani.

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