"Non basta essere all'avanguardia dell'emergenza, possiamo avere una visione per la ‘casa Italia’ che sia capace di affermare la cultura della prevenzione". Così l’allora premier Matteo Renzi, lo scorso 25 agosto 2016, a ridosso del terremoto che colpì Amatrice, annunciava il piano ‘Casa Italia’ per la messa in sicurezza degli immobili nelle zone ad alto rischio sismico.
Da allora, a distanza di un anno, si sono susseguiti tanti annunci ma ben pochi soldi. Sono soltanto 25 i milioni di euro stanziati e solo dieci cantieri aperti, mentre lo staff di Casa Italia si accinge a diventare un dipartimento integrante e totalmente dipendente da Palazzo Chigi. Ma chi e quante sono le persone che lavorano dentro questo ennesimo carrozzone statale? E quanto ci costano?
In totale sono quasi una ventina di tecnici che dal dicembre 2016 a oggi sono stati contrattualizzati fino alla fine della legislatura. Il fatto che la nomina dell'ex rettore del politecnico di Milano, Giovanni Azzone, a project manager sia stata a titolo gratuito lascerebbe pensare che tutta l’operazione abbia un costo relativamente basso. In realtà per "Casa Italia" lo Stato spende la bellezza di oltre 720mila euro all’anno. Ora vediamo nel dettaglio chi sono i più pagati.
In 9 percepiscono 60mila euro annui e tra questi compare anche Alessandro Balducci, già assessore all’Urbanistica e all’Agricoltura nella giunta dell’ex sindaco di Milano, Giuliano Pisapia. Il suo compito è quello di partecipare “all’elaborazione di un piano strategico per la messa in sicurezza del Paese”. Un’altra figura molto importante è Carlo Doglioni, presidente dell’Ingv, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, che è stato chiamato a fare un’opera di “monitoraggio e analisi delle informazioni e dati riguardanti la sicurezza e la qualità dell’abitare, la qualità del contesto e la qualità dei servizi infrastrutturali”. L’architetto romano Matteo Alvisi, collaboratore di Massimiliano Fuksas ma soprattutto del senatore a vita Renzo Piano con il quale sta seguendo il piano per ‘il rammendo delle periferie’, ha l’incarico di partecipare alla “definizione di linee guida relative agli interventi preventivi” da realizzare per ridurre il rischio potenziale e quello effettivamente rilevato.
Un altro stretto collaboratore di Renzo Piano, ideatore del progetto ‘Casa Italia’, è l’ingegnere Maurizio Milan che ha il compito di definire le “linee guida relative agli interventi preventivi, comprensivi delle attività di diagnostica e sensoristica” da realizzare per ridurre il rischio potenziale e quello effettivamente rilevato. Il professore di economia al Politecnico di Milano, Fabio Pammolli, già membro del Comitato europeo per l’attuazione del Piano Junker, si occupa, invece, di progettare una struttura organizzativa stabile per attuare il piano di messa in sicurezza del Paese. Il ‘manager culturale’ che ha curato anche i contenuti artistici dell’Expo, Davide Rampello, che ha anche un passato nel cda di Tim, è stato chiamato a svolgere un lavoro di monitoraggio. Sempre a 60mila euro all’anno sono state ingaggiati tre docenti del Politecnico di Milano: Manuela Grecchi che insegna Architettura Tecnica, Michela Arnaboldi, docente di Accounting Finance & Control e Piercesare Secchi, professore di Statistica.
Per 45mila euro annui sono pagati l’architetto Daniela De Leo, docente di Urbanistica alla Sapienza di Roma; Francesco Curci, assegnista di ricerca al Politecnico di Milano; Alessandra Menafoglio, ricercatrice di Statistica sempre al Politecnico milanese e Andrea Flori, dottore di ricerca in Economia a Lucca. Chiudono l’elenco altri quattro esperti che svolgono la loro attività dentro ‘Casa Italia’ a titolo gratuito.
Si tratta dei docenti di diritto amministrativo Guido Corso e Marco Cammelli (già membro del comitato scientifico della fondazione Astrid, presieduta da Giuliano Amato), dell’ex senatore Pd Massimo Livi Bacci e di Pietro Petraroia, già direttore della funzione specialistica per l’Expo di Milano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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