È arrivata questa sera la sentenza sul caso Yara Gambirasio, con la condanna all'ergastolo per Massimo Bossetti, ritenuto colpevole dell'omicio della ragazzina tredicenne e così giudicato dalla Corte d'Assise di Bergamo.
Al 45enne di Mapello i giudici hanno anche tolto la patria potestà sui tre figli. Non è invece stata accolta la richiesta di Letizia Ruggeri, il pubblico ministero che avrebbe voluto per il condannato anche l'isolamento.
Bossetti è stato assolto dall'accusa di calunnia, rivoltagli per avere cercato di addossare la responsabilità del delitto al collega Massimo Maggioni. Per la famiglia Gambirasio sono stati disposti risarcimenti per 1,2 milioni di euro: 400 mila euro per ogni genitore di Yara, 150 mila euro per ogni fratello di Yara e 18 mila euro per gli avvocati.
Composta la reazione del condannato, che si è limitato ad alzare gli occhi al cielo quando è arrivata la sentenza di condanna, dando segno di una reazione solo quando ha ascoltato il giudice togliergli la potestà sui figli.
"La pena è quella prevista per una persona che commette un omicidio a cui non sono riconosciute le attenuanti", ha commentato il procuratore di Bergamo, Massimo Meroni, commentando la sentenza e ricordando che "il Dna, la prova scientifica è stata decisiva".
Paolo Camporini, uno dei legali del condannato, ha invece ricordato che "non è una sentenza definitiva, è il primo step di una battaglia lunghissima" e assicurato un ricorso. "È una mazzata grossissima, avevo fiducia nella giustizia.
Non è possibile, non è giusto, non sono stato io", ha detto Bossetti prima di entrare in carcere."E andata come doveva andare, ma questa è e resta una tragedia per tutti che non ci restituisce indietro nostra figlia", hanno commentato i genitori di Yara.
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