La Cassazione dice no ​ai domiciliari per Brusca

L'ex boss di Cosa Nostra fece esplodere l'autostrada vicino a Capaci, per uccidere Giovanni Falcone. Aveva chiesto di scontare a casa il resto della pena

La Cassazione dice no ​ai domiciliari per Brusca

Giovanni Brusca rimarrà in carcere. Il killer di Giovanni Falcone e il mandante dell'omicidio del piccolo Giuseppe non potrà usufruire degli arresti domiciliari. La Cassazione ha respinto l'istanza dei legali per ottenere gli arresti domiciliari. Condannato per la strage di Capaci già nel marzo scorso si era visto negare la scarcerazione. Brusca, 62 anni, è ormai arrivato in vista del traguardo del fine pena: calcolando i tre mesi sottratti per ogni anno di detenzione scontato, la scadenza dei trent'anni dovrebbe arrivare a novembre 2021.

La procura generale della Corte di Cassazione aveva chiesto, con una requisitoria scritta, ai giudici della prima sezione penale di rigettare il ricorso dell'ex boss di Cosa Nostra contro la decisione del tribunale di sorveglianza di Roma. I legali di Brusca, infatti, avevano chiamato in causa la Cassazione, perché decidesse in merito alla sentenza del tribunale che, nel marzo scorso, aveva respinto l'istanza del mafioso per la detenzione domiciliare.

Brusca, 62 anni, in cella da 23, ha già usufruito di oltre 80 permessi premio.

"È una lotta infinita, è sempre molto difficile presentare un'istanza per conto di Giovanni Brusca per le polemiche che inevitabilmente precedono ogni volta una decisione. Io prendo atto di quanto deciso dalla Cassazione e aspetto di leggere le motivazioni anche se mi rendo conto delle conseguenze importanti che ci sarebbero state in caso di accoglimento del ricorso. Io comunque non intendo mollare, avevo chiesto solo l'applicazione di alcune norme nei riguardi di un collaboratore di giustizia che non io ma altri hanno definito di rilevanza eccezionale per il contributo dato alle indagini e in tanti processi, e poi deve essere chiara una cosa, la detenzione domiciliare non significa essere liberi. Avevamo un parere limpido della procura nazionale antimafia. L'autorità competente ha pure certificato il ravvedimento di Brusca. Cercheremo di capire che cosa non ha convinto i giudici di Cassazione", ha commentato l'avvocato Antonella Cassandro, difensore dell'ex boss di Cosa Nostra Giovanni Brusca, al quale la Suprema Corte ha negato la concessione degli arresti domiciliari.

Ai tempi della Cosa Nostra di Totò Riina, Brusca era conosciuto come "u verrù" (il porco) e lo "scanncristiani", per la sua ferocia. Nel 1992 fu l'autore materiale dell'omicidio di Giovanni Falcone, della moglie e degli agenti della scorta, quando azionò la leva che fece esplodere il tratto di strada vicino a Capaci. Ma quella non fu il suo primo omicidio: aveva già ucciso il giudice Rocco Chinnici, insieme ai suoi uomini.

Inoltre, a lui viene attribuito uno degli episodi più cupi della storia della mafia: l'uccisione del piccolo Giuseppe, figlio 13enne di un pentito. Fu Brusca, infatti, ad ordinare di sciogliere nell'acido il ragazzino.

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