"Respingere i migranti tradisce i valori dell'Europa". La Cei torna a parlare dell'mergenza immigrazione e lo fa col suo presidente, il cardinale Angelo Bagnasco. "L’Unione Europea deve uscire dai propri ambienti chiusi, e arrivare idealmente fino alle nostre coste; deve farsi più responsabile e meno giudicante. L’Europa non diventi altro rispetto a se stessa, alle sue origini giudaico-cristiane, alla sua storia, alla sua identità continentale, alla sua pluralità di tradizioni e culture, ai suoi valori, alla sua missione", spiega Bagnasco. E ancora: "L'Unione non è fatta dai Capi di Stato, ma dai popoli degli Stati membri, ed è ai popoli che bisogna pensare con stima e rispetto senza imporsi". Bagnasco stigmatizza "la ricerca di compromessi al ribasso", e sottolinea il dovere dell’accoglienza "verso i flussi di tanta povera gente che fugge da guerra, fame, persecuzione religiosa ed etnica, alla ricerca di un futuro migliore". Poi Bagnasco ha anche parlato del vento populista in Europa.
Per Bagnasco, "c'è ancora più bisogno d'Europa, ma ad una condizione - avverte - ovvero che l'Europa non diventi altro rispetto a se stessa, alle sue origini giudaico-cristiane, alla sua storia, alla sua identità continentale, alla sua pluralità di tradizioni e culture, ai suoi valori, alla sua missione. La Ue non è fatta dai Capi di Stato ma dai popoli degli Stati membri ed è ai popoli che bisogna pensare con stima e rispetto senza imporsi". Sottolinea il presidente della Cei: "Accelerare i processi non può significare l'omologazione di culture e tradizioni e neppure la
ricerca di compromessi al ribasso, né aggirare le dichiarazioni e le leggi comuni. E neppure limitare le sovranità nazionali.
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