"Non mi piego al sistema". Parla la studentessa del cellulare vietato a scuola

La ragazza ha aperto un profilo social dove annuncia di voler raccontare la propria versione dei fatti, che già circola in un audio inviato ai compagni di scuola e agli amici tramite Whatsapp

"Non mi piego al sistema". Parla la studentessa del cellulare vietato a scuola

"La ragazza del telefonino". Così, su Instagram, ha deciso di identificarsi la studentessa di Latina protagonista della protesta contro l’obbligo di consegna del cellulare in classe. La vicenda è nota: l'istituto superiore Ettore Majorana di Latina ha disposto una regola anti cyberbullismo, secondo la quale è vietato l'uso dei cellulari in classe, che vanno consegnati ai professori all'inizio delle lezioni. La giovane ha aperto un profilo social dove promette che racconterà la propria versione dei fatti. La ragazza s'è rifiutata di consegnare il telefono, ha preso delle note, è finita dal preside e poi la vicenda è deflagrata perché i familiari hanno avuto un alterco col dirigente scolastico. Intanto sulla vicenda stanno indagando gli uomini della squadra mobile di Latina per verificare se esistano estremi per un procedimento penale.

La versione della studentessa

“Ormai sono identificata come la ragazza del telefonino”. A.D., la studentessa del liceo di Latina, ha aperto un profilo Instagram dove annuncia che a breve racconterà la propria versione dei fatti. In meno di 24 ore ha ottenuto oltre 1.400 seguaci. La ragazza è stata protagonista di quello che considera un atto di ribellione “perché non accetto di piegarmi al sistema” racconta in un auto che sta circolando su Whatsapp, rilanciato dagli amici e compagni di scuola della studentessa.

L'audio sui social

A.D. promette che nelle prossime ore arriverà la sua versione dei fatti. Che in parte già emerge dall’audio inviato agli amici:"Ho il diritto di oppormi, certe cose non le accetto e non voglio piegarmi al sistema. Ho preso una nota e va benissimo. Il preside non ha voluto ricevere i miei parenti, solo in questura li hanno fatti parlare.

Regà, davvero nella mia indole alzare le mani è l’ultima cosa, vi dico che è stato il preside ad alzare le mani al socio di mio fratello. Il preside, ovviamente, dà una versione opposta e dice di essere stato lui l’aggredito".

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