Una "resistenza" all'interno della segreteria di Stato: è questa l'ultima espressione di un alto porporato che potrebbe far discutere ambienti prossimi al Vaticano e non. Anche perché la materia in oggetto è una delle più sensibili per le cose dei sacri palazzi: quella economico-finanziaria.
Il cardinale George Pell è di nuovo a Roma, dove ha presentato il suo Diario di prigionia, il libro sul periodo trascorso in carcere da innocente che è edito da Cantagalli. Pell, alla presenza peraltro della senatrice Paola Binetti, ha tenuto una conferenza presso la Sala Nassirya. Ma anche le dichiarazioni antecedenti all'evento hanno suscitato molto interesse.
Stando a quanto si apprende da Il Corriere della Sera, infatti, il cardinale, che è stato il simbolo della gestione ratzingeriana, che è considerato un conservatore e che papa Francesco aveva scelto, prima che uno scandalo legato a presunti abusi (il caso giudiziario australiano da cui il cardinale è poi stato assolto) lo travolgesse, costringendolo ad abbandonare l'incarico in Vaticano per la prigionia, ha dichiarato. ben prima di recarsi in Senato, quanto segue: "Anche il cardinale Becciu diceva che il Revisore non aveva autorità di entrare in Segreteria di Stato. Questo era assolutamente falso. Era scritto che il Revisore aveva autorità, anche noi avevamo l'autorità di controllare come Segreteria per l'Economia".
Poi il passaggio che sta rimbalzando di cronaca in cronaca: "Ma c'era sempre resistenza - ha specificato - . Se il Revisore o noi avessimo potuto entrare prima, avremmo salvato tanto, tanti denari a Londra e in altri posti". Al netto del caso che riguarda Angelo Becciu, il cardinale per cui Pell sottolinea il diritto al processo per le note vicende legate pure al palazzo di Lodnra, vale la pena sottolineare come il porporato australiano abbia fatto presente l'esistenza di una sorto di blocco che avrebbe di fatto impedito dei controlli.
Il cardinale Becciu, come si apprende dall'Adnkronos, ha voluto dire la sua su quanto affermato da Pell in relazione a più ambiti. Becciu, peraltro, "si rammarica delle parole attribuite al cardinale Pell dalla stampa di oggi, relative alla stanca riproposizione, sia pure sotto forma di sospetto, di temi di notevole gravità. Dai fantasiosi collegamenti, ancorché in forma di dubbio, tra somme della Segreteria di Stato Vaticana e gli accusatori del processo che subì in Australia ad eccentriche enfatizzazioni del pensiero in ordine all'autonomia finanziaria della Segreteria". Pell si era anche soffermato sulla possibilità di essere stato "incastrato".
Tornando alla presentazione del libro, la senatrice Paola Binetti si è voluta soffermare su come Diario di prigionia, che fotografa l'esperienza in carcere di Pell, possa anche servire per indicare la strada a chi decide d'impegnarsi in politica.
Per la parlamentare, senza un ideale volto alla Giustizia è inutile ipotizzare di scendere in campo. Ma il libro del cardinale Pell - come ha rimarcato sempre la Binetti - configura anche una piena testimonianza di fede, rappresentando peraltro un percorso denso di significato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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