Ovvio che sulla tragedia della centrale idroelettrica la magistratura abbia aperto un'inchiesta per disastro colposo. Quando sette persone muoiono contemporaneamente in seguito a un incidente sul lavoro, da qualche parte un motivo ci sarà e ci vorrà del tempo per capire quale e a chi imputabile.
La storia dei disastri aerei insegna come le responsabilità possano essere a volte del costruttore, altre del pilota o di improvvise e non prevedibili condizioni meteo avverse; altre ancora un insieme di coincidenze, nessuna delle quali decisiva ma che messe in fila hanno portato all'irreparabile. Per questo fa specie che a operazioni di salvataggio ancora in corso ci sia già chi emette sentenze definitive come ha fatto ieri la Cgil di Landini, che a Bologna ha portato in piazza qualche migliaio di persone per protestare contro una «strage di Stato» e un «modello industriale che è da cambiare».
Al momento i fatti ci dicono un'altra cosa. L'Enel, società proprietaria dell'impianto, ha appaltato i lavori di manutenzione a tre società leader del settore, non a spregiudicati e improvvisati imprenditori, proprio per puntare al meglio possibile. Non a caso la squadra che si è calata nella pancia della centrale era formata da tecnici di riconosciuta e indiscussa professionalità, uno di loro addirittura premiato lo scorso anno dal presidente Mattarella con la Stella al merito del lavoro. Difficile pensare che uomini di tale esperienza e serietà avrebbero accettato l'incarico se non fossero stati più che sicuri delle condizioni di sicurezza nelle quali si sarebbero trovati.
Eppure qualche cosa è andato storto, in teoria potrebbe anche essere che le cose non sono come ci appaiono oggi. Ma chi oggi specula su questa disgrazia si comporta da sciacallo.
Per quello che ne sappiamo, a Suviana non c'è stato alcuno «sfruttamento dei lavoratori» come sostiene Landini: tecnici super specializzati e ben retribuiti giravano il mondo per revisionare centrali idroelettriche, un mestiere pericoloso in sé a prescindere, e c'è stato un incidente. Anche noi vogliamo sia fatta chiarezza scientifica e giudiziaria, ma qui l'unico «sfruttamento» è quello che la Cgil sta facendo su lavoratori morti, cosa non bella da vedere e sentire.
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