L'Italia trema, cinque terremoti in un giorno. "Ma non c'è correlazione"

È molto probabile che possano verificarsi ulteriori scosse nelle prossime ore, anche se non si può prevedere né l'intensità né tantomeno l'area interessata

L'Italia trema, cinque terremoti in un giorno. "Ma non c'è correlazione"

Non ci sarebbe alcuna correlazione tra i cinque distinti terremoti verificatisi lungo tutto la penisola italiana tra Marche, Liguria, Sicilia, costa tirrenica della Calabria e Appennino tosco-emiliano: questa l'opinione espressa da Carlo Meletti, sismologo della sezione di Pisa dell'Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia).

"Non c’è alcuna relazione, le distanze fra i luoghi in cui sono avvenuti sono di centinaia di chilometri perché possa esserci un nesso", assicura l'esperto, che poi si sofferma sui singoli eventi sismici per analizzarli più nel dettaglio. Quello avvenuto nelle Marche "è più profondo rispetto ai terremoti tipici dell'Appennino, localizzato lungo la costa in una fascia esterna che ha una sua sismicità con meccanismi diversi da quelli che si osservano nei terremoti tipici dell'Appennino", spiega Meletti.

L'evento sismico che ha colpito la Liguria si è verificato in una zona inusuale nella quale, peraltro, non si sono mai registrati terremoti particolarmente intensi: anche in questo caso, racconta il sismologo, siamo ben distanti dalle caratteristiche più tipiche delle scosse che colpiscono l'Appennino,"legato invece alla compressione fra l'Appennino a Est e l'arco alpino a Ovest". "Quanto al terremoto in Sicilia, sebbene sia avvenuto nell'area dell'Etna, è stato generato da un meccanismo indipendente dal vulcano e legato a faglie che si trovano nella zona, note ai sismologi", precisa ancora.

"Anche per quello avvenuto successivamente in Appennino tra Emilia e Toscana possiamo escludere una correlazione con gli altri: si tratta di contesti completamenti diversi", precisa Meletti. Si tratta comunque di una zona sismica ben nota, che già in passato è stata colpita da terremoti particolarmente distruttivi. Ma quando si può parlare di correlazione? Secondo l'esperto è tutta una questione di distanze. "Bisogna considerare che quando si parla di interazioni tra faglie, cioè di un terremoto di potenza simile a quelli di oggi che ne provoca un altro", dichiara, "ci si riferisce solo a distanze di poche decine di chilometri, non di centinaia".

È tuttavia innegabile il fatto che si sia parlato di correlazione a causa della vicinanza cronologica tra i numerosi eventi sismici, pur con la distanza rilevata dall'esperto."Insieme ai miei colleghi stavamo osservando che negli ultimi tre mesi in Italia sono state registrate poche scosse che sono state avvertite dalla popolazione", puntualizza il sismologo, "solo una un po' più forte in Sicilia".

Nelle proprie considerazioni, Meletti parte dal fatto che ogni anno in Italia, statisticamente, si verificano circa una quarantina di terremoti di magnitudo superiore a 4.0. "Quindi, secondo una correlazione puramente statistica, dopo un periodo di bassa frequenza ci si può aspettare un periodo di frequenza più elevata, che porta a rispettare la media annuale", aggiunge l'esperto.

Ciò significa che sono attese nuove scosse? "Probabilmente sì, secondo il calcolo delle probabilità", conclude Meletti, "anche se nessuno è in grado di dire quanto forti saranno, quando avverranno e in quale area".

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