Poco tempo fa ho sentito Di Maio dire alla televisione che i Cinque stelle vogliono eliminare la povertà e mi è venuto in mente il grande sociologo Vilfredo Pareto, ostracizzato, accusato dalla classe politico-intellettuale italiana, ma anche l'unico a poter spiegare cosa succede oggi in Italia e forse anche in altri Paesi come gli Usa. Per Pareto in tutte le società c'è un corpo centrale formato da gente di benessere medio, poi al di sopra la piramide dei ricchi che, al vertice, ha pochissimi ricchissimi. Sotto c'è la piramide dei poveri e dei poverissimi. I poveri perciò possono essere ridotti ma non eliminati perché si riformano sempre.
Secondo Pareto un'altra caratteristica di tutte le società è di avere una classe dominante (una élite) che dura un certo tempo e poi decade e viene sostituita da un'altra élite che viene dal basso della società. Questo può avvenire gradualmente grazie alla «circolazione delle élites», ma può avvenire anche bruscamente quando la classe dominante è chiusa in se stessa, blocca l'accesso ai migliori, ai più audaci, e soprattutto perché viene permeata da sentimenti di tolleranza, di benevolenza, di buonismo per cui non sa difendere il Paese. A questo punto gli affamati, gli ambiziosi, i più audaci bloccati nella circolazione delle élites si ribellano, creano un movimento e la sconfiggono politicamente. In Italia la sinistra chiusa, superba e buonista lasciava invadere il Paese dagli immigrati musulmani e africani e il centrodestra era troppo indebolito.
L'assalto è stato fatto da due movimenti, i 5 Stelle e la Lega di Salvini. Il primo prometteva l'uguaglianza assoluta e l'eliminazione della povertà, l'altra ordine, sicurezza e sviluppo. Entrambi hanno vinto le elezioni. Queste nuove forze sociali sono rozze, violente, audaci, decise.
Esse però sono anche molto diverse fra di loro ideologicamente: i 5 stelle sono anarco-comunisti, i secondi liberal-borghesi. Alleate nel rovesciare la vecchia classe dominante, sembrano però destinate a scontrarsi per il potere totale.
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