Si può ipotizzare un baratto tra il governo italiano e il presidente egiziano Al-Sisi, cioè la liberazione di Zaki in cambio di una pietra tombale sulla vicenda Regeni? No, come minimo bisogna essere vittime di un colpo di sole per azzardare una simile insinuazione che offende non solo il governo italiano, ma anche i nostri servizi, la nostra diplomazia, lo stesso Zaki e pure la memoria di Regeni. Ma la sinistra nel suo processo di radicalizzazione - seguita a ruota dai media di riferimento - pur di sollevare una polemica è disposta a tutto. Non ha limiti.
E un colpo di sole tira l'altro. Ad esempio, sul salario minimo sono state dette un mare di corbellerie. Si parla tanto della direttiva europea che chiederebbe all'Italia di istituirlo: ebbene, la direttiva dice tutt'altro, consiglia una contrattazione collettiva «rafforzata» che riguardi almeno l'80% dei contratti di lavoro. Di fatto, la fotografia dell'attuale situazione italiana. Anche perché in Europa sono 21 i Paesi su 27 che hanno il salario minimo e di questi 15 lo hanno fissato a meno di 7 euro l'ora (dalla Spagna 6,06 euro l'ora, alla Bulgaria 2 euro). In più, se si dovessero seguire i criteri suggeriti dall'Unione Europea per stabilire il salario minimo in Italia, arriveremmo ad una cifra di 7,68 euro l'ora e non ai 9 euro previsti dalla proposta Schlein-Conte.
Discorso analogo si può fare sulla direttiva europea sulla giustizia che il centrodestra ha bocciato, quella che nei sogni della sinistra avrebbe dovuto bloccare la riforma Nordio. Conte e Schlein si sono scandalizzati per l'atteggiamento del governo, ma anche la civilissima Svezia l'ha respinta perché non vuole incursioni della Ue nel suo sistema penale e gli altri Paesi la stanno ancora esaminando. Pnrr come sopra: il populismo di sinistra scommetteva che avremmo detto addio alla terza rata dall'Europa e, invece, la incasseremo decurtata di 500 milioni, che non andranno persi ma si sommeranno ai fondi previsti della quarta rata che incasseremo entro il 31 dicembre di quest'anno.
Appunto, tanti colpi di sole che non sono determinati dalle temperature oltre i quaranta gradi, ma sono il risultato dell'«estate militante» propugnata dalla leader del Pd. Una scelta politica che reitera una strategia che non ha nulla di nuovo. Ripropone semmai le campagne di delegittimazione a cui i mondi della sinistra (in politica, nelle Procure e nei giornali) sottopongono i governi avversari. È il solito tentativo di creare un clima d'insofferenza nell'opinione pubblica agitando scandali (Santanchè), ipotizzando complotti che sfidano il ridicolo (la mafia che aiuta la discesa in campo del Cav è un modo - per chi se lo fosse dimenticato - per colpire la coalizione e Forza Italia), lanciando proposte più populiste che sensate (salario minimo), denunciando l'incompetenza dell'esecutivo (le polemiche quotidiane sul Pnrr). Un film già visto più volte. Solo che l'operazione per riuscire ha bisogno di due elementi. Una devastante crisi economica, ma a stare appresso alle previsioni di S&P e di Eurostat l'Italia è uno dei pochi Paesi che non andrà in stagnazione o in recessione quest'anno.
Seconda condizione, la campagna di delegittimazione deve avere un seguito nelle piazze e nell'opinione pubblica. E per ora all'orizzonte non si vede nessun popolo sulle barricate - né quello dei fax, né quello viola - né tantomeno un ritorno in auge del grillismo. Solo colpi di sole.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.