Il caso si ingrossa. Come noto, la procura di Bergamo ha aperto in un’indagine sulla cooperativa Ruah, specializzata nell’accoglienza dei migranti nella città lombarda. Si tratta di una realtà assai importante nel settore, che si occupa della gestione di oltre 1.500 richiedenti asilo. Numeri, insomma, non da poco.
Ora gli inquirenti scavano e le intercettazioni dell’indagine hanno scoperchiato un piccolo-grande vado di pandora, gettando un cono di luce che illumina una preoccupante realtà dell’accoglienza e della solidarietà. Non a caso, sono arrivati tre arresti e ben 39 avvisi di garanzia.
Al centro del caso il presidente della coop, Bruno Goisis; per lui si ipotizza anche il reato di associazione a delinquere, dal momento che chi indaga crede che Goisis gestisse sostanzialmente un sistema per fare soldi, sulla pelle dei migranti.
Di mezzo anche la politica, visto che in un’intercettazione Goisis parla con la deputata dem Elena Carnevali, che puntava a essere rieletta alle Politiche del 4 marzo 2018. L’indagine ipotizza anche uno scambio di favori tra coop e Pd: campagna elettorale agevolata dal lavoro dei profughi (dirottati a smaltire i volantini), e denaro come contraccambio.
Il caso scoperchiato da La Verità si ingrossa ora con l’intercettazione tra Goisis e il viceprefetto Adriano Coretti, nella quale il viceprefetto, parlando anche del meccanismo che avrebbe fatto incassare più soldi alle coop – sostanzialmente continuando a ospitare nelle strutture profughi che in realtà non avrebbero più dovuto rimanerci – , tira in ballo anche il sindaco Giorgio Gori.
"Detta condotta, sostanzialmente, ha consentito nel tempo al costituito gruppo criminale di continuare a percepire ingiustamente la diaria giornaliera di 35 euro per migrante", la spiegazione degli inquirenti riportata sul quotidiano da Stefano Borgonovo. Ovviamente tutte spese a costo dello Stato e dei contribuenti italiani.
Proprio nel marzo 2018, a cavallo delle elezioni politiche, Coretti avvisa Goisis, informandolo del fatto che la prefettura di Bergamo avrebbe da lì a poco revocato le misure di accoglienza per i profughi ospitati dal Ruah. Il "giocattolo", insomma, si rompe e Coretti avverte Goisis che la Corte dei Conti si è insospettita.
Dicevamo del primo cittadino. La Verità riporta un estratto di una conversazione tra Coretti e Goisis, con il primo che dice: "Blocchiamoci subito. Non cominciamo a rompere i coglioni su questa cosa qua! [...] Non cominciamo a rompere i coglioni voi e Gori te lo dico subito eh! [...] Piatto piatto, te lo dico subito eh, non scassate il cazzo perché altrimenti la denuncia alla Corte dei conti la faccio io a voi eh". Dopo Gori, Coretti cita Mario Morcone, ex capo di gabinetto al Viminale: "È stato fatto un gioco sporco con Morcone (su questa cosa qua, io non ci sto più, cioè te lo dico chiaro chiaro eh... non scherziamo più su questa cosa qui eh…".
Insomma, una brutta storia. Sulla quale la magistratura indaga e – si spera – farà chiarezza. Nel mentre è arrivato l’affondo il Matteo Salvini, che in passato – durante il proprio mandato al ministero dell’Intero – provò a bloccare una volta per tutte questi malaffari del business dell’accoglienza. Queste le parole del segretario della Lega: "Solidarietà ai funzionari della prefettura di Bergamo, costretti a subire le pressioni del sindaco del Pd Giorgio Gori e dell'ex capo di gabinetto al Viminale, Mario Morcone, mentre un fiume di denaro pubblico ingrassava le coop dell'accoglienza alla faccia degli italiani e degli stessi immigrati.
Per una volta i finti profughi venivano reclutati davvero per fare il lavoro che gli italiani non vogliono fare, ovvero la campagna elettorale per il Pd e in particolare dell'onorevole Elena Carnevali. L'inchiesta di Bergamo sta facendo emergere il volto feroce dei buonisti. Continueremo a seguirla con attenzione".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.