Coronavirus, Burioni: "Non è la peste nera, ma nemmeno un’influenza"

Il medico spiega che questo virus è contagioso, può essere pericoloso e va arrestato. E sottolinea che bisogna dimostrare unità e lasciar perdere le polemiche

Coronavirus, Burioni: "Non è la peste nera, ma nemmeno un’influenza"

Non è la peste nera, ma non è un’influenza”. È la definizione di coronavirus data dal virologo Roberto Burioni, ospite della trasmissione radiofonica Circo Massimo su Radio Capital.

Il medico spiega che questo virus è contagioso, può essere pericoloso e va arrestato. Burioni sottolinea inoltre che bisogna dimostrare unità e lasciare da parte le polemiche. Il ricercatore spiega che “la mortalità di questa malattia è l'1%. Quello che la rende pericolosa per la nostra sanità è il numero di persone che vanno in terapia intensiva. Questo - prosegue - potrebbe aumentare la mortalità per altri casi, come gli infarti”. E aggiunge l’importanza che non ci siano altri focolai diffusi. Il divulgatore scientifico evidenzia che su queste tematiche è fondamentale lo studio perché “la vera arroganza è quella di persone che parlano di argomenti complicati senza aver studiato. Di virologi della domenica ce ne sono tanti anche adesso. E sono più pericolosi degli antivaccinisti".

Burioni giudica “buona” la chiusura delle scuole e precisa che i bambini non sono molto a rischio ma se si ammalano in modo lieve, vanno a scuola e il coronavirus potrebbe diffondersi. A questo proposito, domenica il virologo aveva auspicato l’interruzione delle lezioni in tutti gli istituti scolastici di Lombardia e Veneto. E aveva ribadito l’importanza di proteggere i più piccoli, che sono inevitabilmente esposti al rischio di contrarre l’infezione e di trasmetterla agli adulti. Burioni aveva invitato poi i cittadini a non intasare i pronto soccorso perché “siamo passati dalla fase in cui dovevamo impedire l'ingresso del nuovo coronavirus in Italia - evidenzia - alla fase, importantissima, in cui dobbiamo contenerlo”. A questo proposito, il virologo aveva evidenziato che occorre una diagnosi “pronta e immediata”. Ospite a Che tempo che fa, Burioni aveva spiegato che il tampone deve somministrato anche alle persone che hanno febbre a 37,5 gradi.

Burioni si scusa con Maria Rita Gismondo, responsabile del laboratorio dell'ospedale Sacco di Milano. Alcuni giorni fa nel corso di una discussione poi rimossa, il virologo aveva definita la collega "la signora del Sacco".

Il medico è dispiaciuto per quanto successo e aggiuge che "è stata una frase sfortunata". In quell'occasione Gismondo aveva detto che il coronavirus non può essere considerato una pandemia letale, mentre Burioni aveva replicato: "Niente panico, ma niente bugie".

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