Coronavirus, l'avvertimento dello pneumologo: "Il freddo non aiuta"

Il Dott. Giovanni Galluccio, direttore di Broncopneumologia del San Camillo di Roma, avverte sui rischi legati alle attuali condizioni climatiche ed ai potenziali focolai nei centri per gli anziani

Coronavirus, l'avvertimento dello pneumologo: "Il freddo non aiuta"

Nei giorni in cui la diffusione dei nuovi casi di Coronavirus rimane molto alta in tutta Italia con un incremento dei casi al Centro-Sud, il Lazio e Roma, per il momento, "tengono botta".

"Incremento lieve"

"Vedo una progressione costante, non velocissima, la percentuale di incremento è intorno al 10 % in media. Insomma, cresce, ma in certi limiti - afferma al Messaggero il Dott. Giovanni Galluccio, direttore di Broncopneumologia ed endoscopia toracica dell'ospedale San Camillo di Roma -ci sono i malati e li stiamo affrontando, ma l'ansia dei posti letto per fortuna no perché c'è stato un incremento di posti da parte di tutti. Se la crescita resta dolce, non esponenziale, siamo in grado di fronteggiarla".

Evitare nuovi focolai

Più che altro, la preoccupazione è per l'insorgenza di eventuali nuovi focolai nei centri in cui si trovano gli anziani, come è accaduto in Sicilia dove il Coronavirus ne ha infettati oltre cento in due case di riposo della provincia di Palermo. La predica è di fare tutto il possibile per evitare il propagarsi del virus anche nel Lazio. "Bisogna stare attenti ai focolai in Rsa (Residenze Sanitarie Assistenziali, ndr), conventi e case di riposo", afferma Galluccio.

Le misure di restrizione adottate dal Governo sembrano arginare bene la diffusione del virus nel Lazio e sulla Capitale, con un numero di positivi contenuto rispetto ad altre regioni italiane che, secondo l'ultimo bollettino della Protezione Civile di ieri, è di 1728 casi dall'inizio della pandemia.

Attenzione al freddo

Adesso, però, l'attenzione si rivolge anche all'aspetto climatico: se le numerose ricerche degli studiosi in giro per il mondo hanno un fondo di verità, ci sono particolari condizioni in cui Covid-19 sarebbe più pericoloso di altre, ed è rappresentato da un clima freddo e secco. In questi giorni, l'Italia è nella morsa di un'ondata di aria fredda che non aiuterebbe a contenere la pandemia.

"Il freddo intenso di questi giorni spaventa di più - afferma Galluccio -è chiaro che il clima il suo ruolo ce l'ha nelle malattie". Quindi, con l'avanzare della stagione primaverile ed estiva, la situazione climatica dovrebbe venirci incontro secondo quanto dichiarato da alcuni studiosi cinesi che, intorno al mese di maggio, prevedono un calo dell'aggressitivà del virus.

Troppi decessi

Più che il caldo, la speranza è che si possa avere al più presto un vaccino contro la malattia e l'uso di farmaci sempre più efficaci per evitare le migliaia di morti che Covid-19 ha, purtroppo, causato in Italia e nel mondo. "Riguarda una fetta di pazienti cosiddetti a rischio, anziani, malati che se radunati assieme possono creare una strage e casi sporadici in cui a morire sono anche giovani e sani", dichiara Galluccio.

La riscoperta della pneumologia

Come broncopneumologo, il Dott. Galluccio ed i suoi colleghi sono chiamati in causa in prima linea perchè il virus attacca soprattutto le vie respiratorie. "Per anni, nell'assistenza sanitaria c'è stato uno sbilanciamento verso certi tipi di patologie magari più vantaggiose, ma ci sono branche come la pneumologia che hanno ruoli sociali importati, ora tutti si sono rimboccati le maniche, ma i numeri erano sbilanciati", afferma, e fa un plauso a tutti i medici che vanno a dare una mano nelle zone più a rischio.

"Giovani pneumologi, pochi, si sono rimboccati le maniche, veri piccoli miracoli, disponibili h24, ho visto personale che ha chiesto espressamente di andare a combattere al fronte. Eppure, l'ospedale è il posto dove il rischio di infettarsi è massimo, dopo ore ed ore a fianco ai malati, anche con mascherine e guanti".

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