Coronavirus, migrante irregolare contagiato al Cpr di Gradisca

La notizia è stata riportata dal sindaco del comune isontino. L'uomo è arrivato il 19 marzo dalla Lombardia ed è risultato positivo al test del tampone effettuato gli scorsi giorni. Il detenuto è stato messo in isolamento

Coronavirus, migrante irregolare contagiato al Cpr di Gradisca

Caso di contagio al Centro permanente per il rimpatrio (Cpr) di Gradisca, in provincia di Gorizia. Un migrante irregolare è risultato affetto da coronavirus. La notizia è stata riportata ieri dal sindaco del comune isontino, Linda Tomasinsig.

Il primo cittadino ha spiegato che il detenuto è arrivato il 19 marzo dalla Lombardia ed ha effettuato l’esame del tampone gli scorsi giorni, risultando positivo. Il Prefetto ha quindi informato il primo cittadino che l’uomo è stato messo in isolamento fin dal suo arrivo nella struttura e sono state messe in atto le precauzioni per evitare contatti con il personale.

La preoccupazione del sindaco

Tomasinsig ha espresso la sua “preoccupazione” per i rischi nei confronti degli altri migranti e dei lavoratori e ha chiesto “la massima trasparenza nella comunicazione alla comunità gradiscana dei casi di contagio nonché la vigilanza dell’Azienda sanitaria sulla efficacia del protocollo attivato nella struttura”.

Il sindaco ha poi spiegato che il 13 marzo le associazioni e gli avvocati del settore avevano sollecitato il ministro, le prefetture e le questure di tutto il Paese affinché bloccassero gli ingressi nei Cpr vista la situazione di emergenza sanitaria.

Destava infatti particolare preoccupazione la condizione di queste strutture - ha proseguito Tomasinsig -, dove un numero elevato di persone vive in condizioni di promiscuità e dove non è facilmente ipotizzabile l’applicazione delle misure previste dalle disposizioni (distanze, misure igieniche, mascherine)”. Il primo cittadino di Gradisca ha ricordato che queste strutture sono frequentate ogni giorno dal personale delle forze dell’ordine, degli enti gestori, da avvocati e giudici, “con conseguente pericolo per loro e i loro famigliari di diffusione del contagio”.

All’inizio dell’emergenza, Tomasinsig aveva chiesto alla Prefettura delle informazioni sulla gestione della situazione nel Centro di accoglienza per i richiedenti asilo (Cara) e nel Cpr. Il sindaco ha precisato di aver ricevuto una risposta della Prefettura il 18 marzo sulle misure di contenimento del Covid-19 al Cpr di Gradisca. “Sulle azioni di contrasto messe in campo al Cara - ha continuato - mi è stata fornita informazione verbale in particolare sulla limitazione delle uscite degli ospiti”.

Il sindaco ha inoltre sottolineato di non essere a conoscenza dei casi positivi e di quelli di quarantena sul

territorio gradiscano. Ha detto di comprendere qualche ritardo de sistema, "ma chiedo il riconoscimento del nostro ruolo di autorità sanitaria locale e delle nostre responsabilità verso le comunità che amministriamo".

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