Basterebbe poco per consegnare ai cittadini italiani e ai turisti che arrivano nelle nostre città la sicurezza e la tranquillità che uno Stato normale dovrebbe garantire loro. Basta un telefono armato di videocamera e la volontà di risolvere il problema dei rom che estorcono denaro e rovinano le stazioni dei capoluoghi italiani.
Lo hanno dimostrato con un video Galeazzo Bignami, consigliere regionale di Fi in Emilia Romagna, e Marco Lisei, consigliere forzista al comune di Bologna. Un anno fa avevano registrato il disagio dei cittadini che arrivando in stazione si vedono assaliti dai nomadi. Ieri sono tornati e con la semplice presenza in loco sono riusciti ad allontanarli almeno in parte.
I rom si propongono ai turisti per traspostare le valigie e dare loro indicazioni sugli orari dei treni. Mica gratis, ovvio. Non appena finito il "serivizo" pretendono anche 15-20 euro dal malcapitato. E non solo. Occorre aggiungere i taccheggi e il bivacco che ogni sera si può esservare nell'atrio della stazione famosa per la bomba degli anni di piombo. I rom hanno anche sperimentato una tecnica speciale: con degli stracci bloccano lo sportello del resto dei distributori automatici e delle biglietterie self-service. Dopo qualche minuto passano, tolgono il blocco e si prendono tutti i soldi.
"La sinistra e Virginio Merola non hanno fatto nulla per risolvere il problema - dice al ilgiornale.it Bignami, che da più parti è stato proposto come futuro sindaco di Bologna - anzi: fa lo scaricabarile e dice che non è la sua competenza. Ma i danni li paga la città, snodo ferroviario principale d'Italia. Da qui passano milioni di persone e Merola lascia che chi arriva venga assalito da queste persone".
Ma è forse anche un problema culturale. La sinistra dell'accoglienza-a-tutti-i-costi nel capoluogo emiliano è molto forte. "E' un'accoglienza interessata - aggiunge Bignami -: ricordiamo che la cooperativa di Mafia Capitale, quella diretta da Buzzi, è affiliata con il Centro Nazionale Servizi (CNS) che ha sede qui a Bologna. Mi viene difficile pensare che il sistema di accoglienza interessata di Roma si un caso isolato, a pensar male si fa peccato ma spesso ci si piglia...". (Guarda il video)
"La Lega nei giorni scorsi ha proposto di mettere i tornelli all'ingresso, ma per la conformazione della stazione non è possibile farlo. Sarebbe sufficiente invece un po' di presidio per risolvere o ridurre enormemente il problema". Ed è quello che sono andati a fare i due consiglieri, che hanno registrato in video il loro giro della stazione. Cosa proponete? "Tre cose - dice Bignami -: una ordinanza per vietare il facchinaggio e la permanenza nella zona della stazione a chi non deve viaggiare. Seconda cosa, attività di controllo più 'fastidiosa' per la loro attività. Infine, istituzione di pattuglie di pubblici ufficiali che facciano quello che abbiamo fatto noi".
Molti dei rom che si vedono in stazione sono conosciuti alle forze dell'ordine. Ma altrettanti ne arrivano ogni giorno. E vengono proprio da Milano, Firenze e Roma, dove hanno più difficoltà a portare avanti le loro attività. "Noi ne abbiamo contati 20 - aggiunge Marco Lisei -, ma ne abbiamo incontrati almeno il doppio. E quadagnano molto: parliamo di centinaia di euro al giorno, ovviamente esantasse...". Le autorità ne hanno schedati circa 60, ed ogni giorno ve ne sono 30 pronti ad infastidire i turisti.
"Abbiamo voluto dare una proprosta contreta - aggiunge Lisei - diversamente da altri: basterebbe un iPhone per risolvere la questione". Non appena i rom scoprono di essere ripresi, infatti, si allontanano rapidamente dai binari. Ma nessuno si è mosso, se non i due forzisti. Non appena i rom scoprono di essere ripresi, infatti, si allontanano rapidamente dai bari. "Se le ferrovie dello stato facessero un servizio migliore di trasporto bagagli, questo potrebbe contrastare le attività dei rom.
Ma né le ferrovie, né l'amministrazione comunale vogliono vedere il degrado. Dobbiamo invece rendere la stazione inospitale a questi soggetti".Basterebbe solo buona volontà. Che la sinistra, evidentemente, non ha.
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