Così Mimmo Lucano andava a caccia dell'immunità parlamentare

Le trame dell'ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano, per salvarsi dall'inchiesta sul suo sistema di accoglienza per i migranti: farsi eleggere con la Boldrini

Così Mimmo Lucano andava a caccia dell'immunità parlamentare

Mimmo Lucano, l’uomo giusto di Riace, a caccia di immunità parlamentare. L’ex sindaco osannato dalla sinistra, si sente con il fiato sul collo. Il fiato dello Stato, che lo bracca. Le ispezioni sono più frequenti, come le visite delle fiamme gialle che sequestrano documenti e acquisiscono atti. Il rubinetto dei milioni di euro di fondi pubblici si chiude a poco a poco.

E, nel piccolo paese in provincia di Reggio Calabria, si fa sentire l’arsura. Il “modello” di accoglienza si sgretola come un castello di sabbia sotto il cocente sole della baia di Riace. Giorno dopo giorno. “Mimmo” deve trovare una soluzione, bisogna pararsi le spalle. Come? Magari con una bella candidatura al parlamento. Bisogna approfittare dei benefici dei parlamentari italiani. L’unica soluzione, secondo “Mimì U’Curdu”, per salvarsi dall’inchiesta “Xenia”. A rivelarlo sono le carte di cui noi de Il Giornale siamo entrati in possesso.

Al telefono con il fratello Giuseppe, Mimmo parla di strategia. Dice di essere pronto a scendere in campo, ma solo ed esclusivamente ad una condizione: "ovviamente io accetto solo se sono primo della lista... assolutamente non faccio stupidaggini... perché non so questa lista da quante persone deve essere fatta... che poi...” (ascolta l'intercettazione). Si riferisce alla lista di Liberi e Uguali, il partito di Laura Boldrini. È lì che punta “U’Curdu”. È lì che cerca asilo e protezione, tra gli scranni sicuri della sinistra.

L’amicizia tra Mimmo Lucano e Laura Boldrini non è un mistero. Lei, come altri, hanno sventolato la bandiera dell’accoglienza di Mimmo Lucano, marciando in prima fila per le strade di Riace. Mimmo, usato come simbolo di onestà, come vessillo per promuovere l’accoglienza. Una bandiera sventolata anche del Partito Democratico che, però, non convince Lucano. Troppo distante da lui.

Al telefono “Mimì” parla di politica. Dall’altra parte della cornetta c’è Ilario Ammendolia, un amico, “che vuole lanciare la candidatura di Lucano.” Ammendolia lo mette in guardia e avvisa che “il posto di Liberi e Uguali è stato già promesso a un consigliere regionale“, a Gianni Nucera, “e quindi di pensare di candidarsi con il Partito Democratico.” Lucano risponde: "...il partito democratico lo escludo subito ... per me rimane questa opzione ma se... se non ci fosse stata questa... come devo dire... questa cornice giudiziaria io ti avrei detto subito no immediatamente.... invece questa cosa mi fa riflettere un po'...”

Ma è al telefono con il fratello Pepè che Mimmo si confessa: “...fino ad ora Grasso non si è pronunciato per niente... manco Laura Boldrini che all'inizio ha fondato questo partito non è che mi hanno detto nulla... quindi questo silenzio per adesso che poi negli ultimi giorni esce qualcosa non lo so questo ..." Lucano si riferisce all’inchiesta. Ha paura, paura che venga fuori qualcosa prima della presentazione dei candidati. Suo fratello Pepè gli dice: "ma l'intenzione tua quale è? ...cosa vuoi fare?" Mimmo si apre e, senza mezzi termini, dice: "l'intenzione mia è che... che... per quanto riguarda gli aspetti giudiziari cosi a me conviene..." Pepè: "la candidatura". Lucano: "ma però intanto ovviamente io accetto solo se sono primo della lista ... assolutamente non faccio stupidaggini...” Il fratello Pepè gli fa notare “che poi in base al quorum vengono scansionati (decisi) i nomi ... si incomincia dal primo ehhh ...".

Ma “Mimì” è preoccupato per lo scranno: "si ma... ma per come sta Liberi e Uguali riesce a prendere solo uno (un posto) in tutta la Calabria... al proporzionale perchè sull'uninominale... il colleggio uninominale devi fare la gara con tutti i partiti...omissis .... allora la sicurezza uno portebbe averla nel proporzionale il primo ... inc ... quindi questa è una prima condizione... di essere primo nella lista... seconda mi devo rendere conto che me lo chiedono con insistenza...” dice Mimmo, in cerca di un porto sicuro lontano da Lampedusa.

Una candidatura non andata a buon fine soltanto perché nessuno gli ha offerto un posto in lista. Eppure, l’abile Lucano, ha saputo trarne profitto. Solo qualche mese fa, l’uomo duro della sinistra, l’anarchico con fare fiero annuncia dal palco della “Repubblica delle Idee” di Bologna, (la festa organizzata dal quotidiano la Repubblica) di non avere mai avuto l’intenzione di candidarsi al parlamento.

E, alla domanda dei giornalisti, dice: “Perché non mi sono candidato alle europee? Perché non approfitto della notorietà”. L’ex sindaco esiliato racconta di non avere mai accettato candidature nonostante le proposte di diversi partiti, "ma io un partito non ce l'ho". Diceva “Mimì”.

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