Papa Francesco sta promuovendo un nuovo patto sociale sull'economia. L'evento organizzato ad Assisi per il prossimo marzo, anche se non è ancora un argomento di stretta attualità, testimonia come il pontefice della Chiesa cattolica intenda contrastare quelle che ritiene distorsioni del capitalismo. L'alternativa al modello imperante in Occidente ha già un nome: "The Economy of Francesco", che poi è il titolo dell'iniziativa internazionale della primavera del 2020.
Non si tratta tanto di rilanciare la dottrina sociale del cattolicesimo, ma di ammettere come più di qualcosa, nei meccanismi odierni, non funzioni e anzi produca diseguaglianze sociali. Bisogna cambiare rotta - sostiene l'ex arcivescovo di Buenos Aires - in favore di giustizia, fratellanza, sostenibilità e protagonismo. Sono queste le prime quattro indicazioni fornite. Mentre l'agenda del pontificato prende forma, si comprende meglio il perché di quella scelta: "Francesco". Jorge Mario Bergoglio, il teologo del popolo, specie di quello che abita le periferie economico-esistenziali, ha lanciato una volta per tutte la sua sfida alla "cultura dello scarto", che riguarda tanto la bioetica quanto l'economia.
Ci saranno Amartya Kumar Sen, Nobel e teorico dell'Istruzione e della Sanità di cittadinanza, come si apprende leggendo questa intervista rilasciata a La Stampa, il professor Stefano Zamagni, che è stato uno dei nomi ventilati, prima delle elezioni europee, per guidare il chiacchierato, e mai formatosi, "partito dei cattolici", Muhammad Yunus, Nobel e padre del microcredito, Carlo Petrini di Slow Food e tanti altri. Com'era preventivabile, del resto, ci sarà spazio anche per le istanze ecologiste: tra i relatori già figura il nome di Vandana Shiva.
Non viene decantata la presenza di Greta Thunberg, ma non si mai. Vedremo come saranno composti i tavoli. Allo stato attuale delle cose, è lecito sostenere che il trait d'union sia la critica alla globalizzazione per com'è stata gestita. Il populismo ha offerto alle nazioni una risposta costruita sulla sovranità. Il Papa guarda da tutt'altra parte. All'economia del dono, per esempio, che è ben rappresentata dalle esperienze portate in dote da alcuni nomi annunciati. Non sarà una manifestazione politicizzata. Forse, però, si tratta dell'evento più politico, nell'accezione alta del termine, mai organizzato per volontà di un pontefice, Pure perché la religione c'entra sino a un certo punto.
Nell'appello che il Santo Padre ha rivolto alle giovani generazioni, quello riportato dalla Sir, infatti, non viene affatto presa in considerazione l'ipotesi che culture diverse possano esprimere risposte identitarie, quindi differenziate, sul futuro del mondo. Il vertice della Chiesa cattolica parla della necessità di un "processo globale", che quindi deve coinvolgerci tutti. Il patto deve essere contratto da "tutti gli uomini di buona volontà", prescindendo dalle "differenze di credo e di nazionalità".
La soluzione
individuata dal Papa sudamericano, insomma, dà per assodati due assunti: multiculturalismo e multireligiosità. Due concetti che, insieme ad "ecologia", sembrano formare il trittico di partenza di questa contesa al capitalismo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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